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Celebrazione Premio Prof. Vincenzo La Rosa

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1° aprile 2022

L’incontro, con cadenza annuale, finalizzato alla memoria del Prof. Vincenzo La Rosa, emerito archeologo e docente universitario di origine netina, scomparso nel 2014, premia le studentesse e gli studenti del Liceo Classico di Noto, che eccellono nel loro quotidiano ruolo di discenti.

Tuttavia, quest’anno, si è tenuto con una prassi inusuale.  A causa della pandemia, dato che l’anno scorso non è stato celebrato, la partecipazione da parte dei discenti non è avvenuta con la consueta produzione di un elaborato riguardante gli scavi archeologici di Eloro, per i quali il Prof. La Rosa è stato di fondamentale importanza. Il criterio per la premiazione è stata la media dei voti riportata nella valutazione finale dello scorso anno scolastico.

Prima della consegna dei premi alle studentesse e agli studenti meritevoli, il Prof. Randazzo ha brevemente introdotto la ricorrenza, ricordando con partecipata emozione non soltanto il Professore La Rosa ma anche il Professore Dario Palermo recentemente scomparso.

Successivamente ha preso la parola il Dirigente scolastico Dott. Concetto Veneziano, il quale ha dichiarato con fermezza le finalità della vision della nostra scuola: inclusione e riconoscimento dei meriti. Egli ha sostenuto l’armonia tra questi due concetti, sottolineando in modo particolare quanto il secondo possa essere proficuo per spronare la comunità scolastica verso obiettivi e modelli da seguire. Inoltre, il Prof. Randazzo ha messo in evidenza il fatto che il riconoscimento delle eccellenze non deve in alcun modo essere causa di invidia ma di competizione con se stessi.

Ospite d’onore della giornata è stata la Prof.ssa Simona Todaro, docente associata di Preistoria e Protostoria presso il dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Ultima allieva dell’Archeologo netino, la Prof.ssa Todaro, trattando “La validità della cultura classica e la lezione del prof. La Rosa”, ha ricordato la generosità, la disciplina e la passione del suo maestro, valori che le sono stati tramandati insieme con la libertà dai pregiudizi.

A seguire si è svolta la premiazione dei discenti meritevoli: Simona Gaudiano, Andrea Cultraro, Carmen Giulia Tiralongo, Vittoria Papa, Samuela Listo, Vincenzo Adorno ed Elena Bellavita.

Abbiamo ricevuto due libri – uno riguardante la storia di Noto, l’altro un romanzo di F. Dostoevskij per approfondire la cultura russa in questo particolare momento storico.

Quest’anno ho avuto l’onore di vincere anche la borsa di studio del valore di €400,00 offerta dalla famiglia La Rosa. Questa esperienza mi inorgoglisce per due motivi: in primis per l’esaltazione della meritocrazia nella mia scuola, in secundis poiché questo successo rappresenta la conferma personale che intraprendere gli studi classici era la mia vocazione.

Già Tucidide di Atene e Quinto Orazio Flacco hanno evidenziato l’importanza della premiazione del merito.

 

 

Tucidide (Atene 460 a. C. – 404 a. C.), nel secondo libro Storie, afferma che “ciascuno è preferito per il suo emergere in un determinato campo, non per la provenienza da una classe, ma più per quello che vale”, esaltando in modo non indifferente la validità della democrazia ateniese, fondata su valori di uguaglianza e parità che, seppur relativi ai cittadini maschi ateniesi, erano rivoluzionari per il periodo in cui si erano diffusi.

Quinto Orazio Flacco (Venosa, PZ 65 a. C. – Roma 8 a. C.), poeta lirico e satirico lucano del periodo augusteo, si definisce “libertino patre natus” (Satire, I, 6) in quanto nato da uno schiavo affrancato.

L’indirizzo classico, permeato di Storia, di valori nobili quali la Giustizia dei grandi tragici greci, la memoria come κτῆμα ἐς αἰεί (ktèma es aièi), ossia possesso per l’eternità, non potrei che definirlo bello, nel significato sia latino che greco.

Il termine bellus, diminutivo dell’aggettivo bonus, che presenta la stessa radice di bellum (guerra), con il significato di “piacevole perché segue delle regole” e l’espressione καλὸς καὶ ἀγαθός (kalòs kài agathòs), bello e buono, “in possesso di tutte le virtù”, corrispondono pienamente al percorso di studi che frequento caratterizzato da libertà, disciplina e passione.

Senza nulla togliere agli altri indirizzi, mi preme testimoniare quanto la formazione classica educhi con semplicità alla bellezza e a mantenere alta la tensione mentale prima di agire, per vivere senza eccessi secondo la virtù della medietas.

Accolgo questa esperienza con grande gratificazione e la considero il vaglio empirico necessario alla corroborazione della mia teoria secondo cui, se per intraprendere gli studi classici è necessaria una vocazione di fondo, come nel caso dei medici e dei politici, non possono tuttavia mancare l’impegno personale e l’incontro con veri maestri.

Voglio dedicare, infine, il riconoscimento che ho ricevuto ai grandi del passato, che alimentano la mia sete di conoscenza senza estinguerla.

Samuela Listo

foto di Federico Consiglio

IVB Liceo Classico

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