Mar. Apr 16th, 2024

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Contro il bullismo e il cyberbullismo attraverso la mediazione scolastica

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Contro il bullismo e il cyberbullismo attraverso la mediazione scolastica: una risposta alternativa ai conflitti.

Nell’ambito delle iniziative promosse dal Matteo Raeli per contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, d’intesa con l’International Inner Wheel Club di Noto “Terra di Eloro”, sono stati svolti degli incontri per tutte le classi prime dei vari indirizzi, nei giorni 6, 7 e 17 febbraio.

L’attività è stata condotta dalle prof.sse Gaetana Ambrogio Artale e Luciana Tiralongo che hanno spiegato alle ragazze e ai ragazzi come gestire i conflitti personali tramite la tecnica della mediazione e hanno presentato l’applicazione “NO BULLISMO”.

Nello specifico si è parlato del bullismo come fenomeno di natura sociale, che prevede un’azione ripetuta da parte di una persona che si sente più forte, il bullo, nei confronti di una ritenuta più debole, la vittima. Si è sottolineato, però, che il fenomeno non riguarda solo queste persone, ma avviene quasi sempre alla presenza di compagni che giocano diversi ruoli che influenzano, nel bene e nel male, la situazione stessa: il Difensore, l’Aiutante del bullo, il Sostenitore del bullo, lo Spettatore passivo.

Il bullismo, inoltre, può manifestarsi in diversi modi: diretto, indiretto e discriminatorio. Il primo si manifesta sia dal punto di vista fisico (prendere a pugni o calci, prendere o maltrattare gli oggetti personali della vittima) sia verbale (insultare, deridere, offendere); quello indiretto consiste nel fare pettegolezzi, isolare, escludere dal gruppo; il bullismo discriminatorio è quello omotransfobico, razzista, contro disabili, sessista e il cyberbullismo.

Le relatrici hanno fatto riferimento alla legge n. 71 del 2017 che interviene in modo specifico sul cyberbullismo: dall’oscuramento/rimozione del materiale offensivo online (su richiesta diretta delle vittime sotto i 14 anni e dei loro genitori) alla prevenzione – con un ruolo attivo della polizia postale – al monitoraggio, con l’istituzione di un tavolo tecnico.

Si è parlato, inoltre, della cittadinanza digitale, spiegata attraverso la REP: R come rispetto verso se stesse/i e verso le/gli altre/i; E come educazione (“educa te stesso, comunica con gli altri”); P come protezione (“proteggi te stessa/o, proteggi le/gli altre/i”).

Cyberbullismo e parole d’odio in rete sono parte di uno stesso fenomeno che, come il bullismo, è una problematica di tipo sociale che coinvolge il gruppo e tutti i suoi partecipanti. Vanno quindi sensibilizzati tutti gli attori, a partire da chi si percepisce più distante in un ruolo di spettatore affinché sviluppi e affini abilità personali e sociali quali: la consapevolezza, la responsabilizzazione personale, l’attitudine a non tollerare le prevaricazioni.

È stato anche analizzato il Manifesto della comunicazione non ostile.

Per cercare di risolvere i conflitti e trovare una soluzione si può ricorrere alla mediazione scolastica, chiamata anche peer mediation, perché un ragazzo si trova meglio a parlare con qualcuno della stessa età che frequenta lo stesso ambiente invece di una/un adulta/o, che interviene solo in casi estremi.

Dopo aver esposto le regole di base, quali la volontà di risolvere il problema, dire la verità, ascoltare senza interrompere, avere rispetto, assumersi la responsabilità dell’accordo preso, mantenere la riservatezza, si è passati alla pratica della mediazione, chiamando delle volontarie e dei volontari, nei diversi ruoli, compreso quello della mediatrice o del mediatore.

In alcuni casi le simulazioni hanno riportato vicende reali, arrivando alla risoluzione, talora appassionata e commossa, del conflitto iniziale.

Il laboratorio sul bullismo e cyberbullismo ha aperto interessanti argomentazioni, sicuramente da approfondire, e ha permesso di chiarire e conoscere meglio il fenomeno da altre prospettive.

Ludovica Consiglio e Irene Quartararo
I A Liceo Scientifico

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