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“Cultiver la différence et non l’indifférence”

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Erasmus+

14-21 novembre 2021

Un gruppo di docenti del “Matteo Raeli” incontra

il Centre médical et pédagogique pour Adolescents in Francia

Se la forza di un’esperienza si misura dai riflessi che essa produce nella nostra esistenza, dall’efficacia con cui apre lo sguardo in direzione di nuove prospettive, dall’insorgere di interrogativi che mettono in discussione le nostre tradizionali “certezze” e inducono inediti entusiasmi e motivazioni, possiamo senz’altro affermare che quella appena trascorsa in Francia dal 15 al 20 novembre rappresenta un importante tassello nel mosaico della nostra vita professionale, relazionale e umana.

L’impatto con una realtà diversa, inusuale, genera inizialmente una sorta di “naturale” diffidenza, ma è stata proprio questa sensazione che ci ha spinto a conoscere e a cercare risposte.

Lunedì mattina del 15 novembre, il nostro gruppo del “Matteo Raeli” formato dal Dirigente Scolastico, Dott. Concetto Veneziano, e dalle docenti Elinpaola Murè, Cristina Cataneo, Maria Cristina Cultrera, Santinella Fortuna, Patrizia Cretto e Daniela Caligiore, si è trovato di fronte all’edificio di singolare architettura che ospita la “Fondation Santé des étudiants de France” (Centre médical et pédagogique pour Adolescents), situato nel magnetico silenzio di un bosco profumato, nella città di Neufmoutiers-en-Brie. Si tratta di una struttura che “prende in carico” adolescenti condizionati da più o meno gravi disagi di natura psicologica e fisica. L’istituto accoglie e accompagna ragazze/i, distribuiti in circa quattro “Dispositivi”, ossia moduli comprensivi di attività terapeutiche e formative, che si sviluppano lungo periodi che variano in relazione alla necessità delle cure, fino alla riabilitazione; assicura altresì la continuità del percorso scolastico, per favorirne poi il reinserimento nelle classi di appartenenza, grazie all’intervento accurato e sistematico di docenti che, con forte motivazione, accettano la sfida di operare in una realtà difficile, intrisa di ostacoli. Questi ultimi, appunto i nostri partner, con i quali si è instaurato progressivamente un rapporto di stima, fiducia e immediata intesa, ci hanno sapientemente guidato, giorno dopo giorno, alla scoperta del loro modus operandi, di tecniche di approccio alle/agli adolescenti in questione, anche attraverso la condivisione di esperienze dirette.

Molteplici le attività in cui siamo state/i coinvolte/i: dalle lezioni teoriche sull’organizzazione e il funzionamento della struttura tenute da medici, sanitari, docenti, psicoterapeuti e animatori, alle visite guidate presso i laboratori interni (aule di botanica, musica, arte), nei quali studentesse/i si sono cimentati in vari esperimenti, e presso i locali esterni dell’edificio come il settore dell’apicoltura realizzato in una radura del bosco intorno alla struttura. Tali ambienti sono evidentemente essenziali alle/agli adolescenti per mantenere il concreto contatto con la realtà esterna, stimolare la resilienza e la voglia di riaprirsi alla vita.

Molto sorprendente è stata per noi l’esperienza in classe di pet therapy: durante il collegamento con i nostri studenti del “Raeli”, che dialogavano con ragazze e ragazzi della struttura in merito al progetto musicale comune, l’aula è stata improvvisamente popolata da galline, galli, conigli che hanno familiarizzato simpaticamente con docenti e ragazze/i, colmando in questi ultimi le carenze affettive e il bisogno di dispensare amore che si può leggere in modo evidente nei loro occhi. E che dire dell’altra significativa attività che ci ha concesso di “metterci in situazione”, di identificarsi pienamente nella condizione di chi vive su una sedia a rotelle?! In palestra siamo stati invitati ad accomodarci su carrozzine da baskin e simulare giochi di riscaldamento nonché competizioni sportive che le/i docenti locali riservano di solito alle/agli adolescenti interessati da relative patologie. È stato un gran divertimento anche su una carrozzina!

Altra attività che ha coronato l’esperienza collettiva è stata la realizzazione, insieme a studentesse e studenti, di un affresco significante il contenuto fondamentale del nostro progetto ERASMUS. Non potremo mai dimenticare il sorriso che è affiorato timidamente dalle labbra di Addam, di Margot, di Sarah, di Rémy e degli altri ragazzi e ragazze inizialmente chiusi/e e diffidenti, la cui personalità si è dispiegata davanti ai nostri occhi in modo poi dirompente, trascinante! Hanno amato la nostra compagnia a tal punto da imparare tutti i nostri nomi, da cercarci, da aspettare con ansia il momento in cui ci saremmo rivisti per completare l’affresco insieme. Abbiamo chiaramente percepito in quei momenti di aver lasciato in loro una traccia del nostro passaggio e del nostro vissuto, con grande soddisfazione anche dei nostri partner francesi. È stato molto difficile salutarsi.

Nella settimana non è mancata una visita al museo della Grande Guerra nella cittadina vicina di Moux e un’escursione guidata a Parigi, che dista da Neufmoutiers-en-Brie appena cinquanta minuti. Il nostro cicerone, in questo caso, è stato Philippe, un esperto sociologo che ci ha guidati all’interno dei quartieri più antichi della città, illustrandoci il processo di “gentrification”, ossia la progressiva trasformazione di aree popolari all’interno delle vecchie mura dell’antica Lutèce in singolari eleganti quartieri borghesi di profilo ricco, sontuoso, processo che ha comportato via via la spinta dei ceti popolari verso zone periferiche di aspetto completamente diverso, ai quali siamo poi giunti attraversando intriganti gallerie piene di fascino. Un’altra Parigi, insomma, non quella che di solito si pensa di visitare nei suoi tradizionali siti turistici come la Tour Eiffel o Notre Dame.

Custodiremo gelosamente la ricchezza di questa esperienza, che ha stimolato in noi una sensibilità viva e consapevole verso le opportunità che il confronto con realtà diverse può riservarci e che ci ha dotato di nuovi strumenti di indagine nei meandri del disagio giovanile, che è così presente anche nella realtà in cui noi docenti operiamo quotidianamente.

Ringraziamo i nostri partner francesi dell’accoglienza speciale che ci hanno riservato, in attesa di rivederli prossimamente a Noto per continuare ad arricchire di nuovi temi questo fecondo dialogo. Ringraziamo altresì tutte le persone meravigliose che hanno condiviso con noi questo cammino, verso le quali non possiamo che nutrire una profonda stima ed amicizia.

Gruppo Erasmus

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