Ven. Apr 19th, 2024

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“Finestre”, lo short film di Orazio Condorelli e Mario Maugeri

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Ispirato ai temi del Re Lear di William Shakespeare, il corto girato in Sicilia durante il lockdown, testimonia come nonostante tutto l’arte sia rimasta viva.

 

Sabato 12 Settembre, nell’ambito dell’ottava edizione del Codex Festival, Sala Gagliardi ha ospitato la proiezione di “Finestre”, il corto-documentario diretto da Orazio Condorelli e Mauro Maugeri. L’uno regista e drammaturgo, l’altro filmmaker, hanno unito le proprie forze per dar vita ad un prodotto audiovisivo efficace e originale.

Durante l’incontro hanno raccontato di non essersi affidati a un progetto ben definito, ma di aver assecondato di volta in volta il loro istinto, giungendo a un risultato spontaneo e abbastanza distante dalle aspettative iniziali.

Girato esclusivamente mediante l’utilizzo degli smartphone, lo short film è ambientato nelle case siciliane, durante il periodo del lockdown, e coinvolge persone di qualsiasi età.

Le riprese delle vite domestiche sono accostate ai racconti dei familiari, che forniscono il proprio punto di vista su alcune parole chiave tratte dalla tragedia shakespeariana “Re Lear”.

Il riferimento all’opera è chiaro dal primo frame, che riporta la citazione: «Vieni, andiamo in prigione. Noi due da soli canteremo come uccelli in gabbia».

E così, sebbene costretti anch’essi a vivere come in “prigione”, i soggetti coinvolti si sono trasformati in documentaristi, aprendo delle vere e proprie “finestre” sulla loro quotidianità, filmando i paesaggi circostanti, tra bellissime vedute marine, terrazze, giardini e ambienti domestici.

Attraverso questa esperienza, molti hanno acquisito una nuova consapevolezza: hanno capito che con un semplice smartphone è possibile non solo catturare immagini di qualità, ma anche emozionare e coinvolgere chi le guarda.

Importante, altresì, la possibilità di registrare i ricordi degli anziani e tramandare la memoria.

Lo stesso Maugeri ha confessato di essere particolarmente legato allo strumento, le cui potenzialità, seppur minori rispetto a quelle di una videocamera professionale, possono essere adeguatamente sfruttate, configurandosi come scelte registiche ben precise.

Lo sforzo collettivo di un gruppo di persone, accomunate dalla stessa passione, dimostra che, anche quando ogni cosa si ferma, l’arte continua a evolversi, dando una ragione per non soccombere alla stasi.

 

 

 

Arianna Azzaro

Sofia Mazzonello

Classe V A liceo classico

 

 

 

 

 

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