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Il vescovo Rumeo, uno di noi

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56 anni, sempre vissuto tra il paese natio di Delia e la città di Caltanissetta, vocato alla fede sin da bambino. Salvatore Rumeo, ordinato vescovo di Noto lo scorso 18 marzo, ha esordito il 2023 con un messaggio rivolto ai giovani, da lui definiti «i veri custodi della vita e della pace e […] la speranza del mondo». Questo stesso spirito ha portato Rumeo a invitare allieve/i e docenti dell’IIS Matteo Raeli, presso la Basilica Cattedrale di San Nicolò, dove la mattina di mercoledì 5 aprile si è svolto un incontro all’insegna del dialogo, intervallato da letture e melodie sui diversi temi affrontati.

Studenti e studentesse di tutti gli indirizzi – coordinati dalle proff Marisella Dimauro, Vera Parisi e dal prof. Sebastiano Campisi – hanno attivamente preso parte prima all’organizzazione dell’evento e in seguito alla discussione con il vescovo Rumeo, il quale, dopo essersi presentato, ha risposto a domande sugli argomenti più disparati, alla presenza dell’intero istituto radunato nella navata centrale e nel transetto della Cattedrale.

In riferimento al perché oggi molti giovani dicano sì alla figura di Cristo, ma no alla Chiesa, egli ha ammesso che, specialmente in passato, i comportamenti tenuti dal clero si sono spesso dimostrati ben poco cristiani, sottolineando – però – il cambiamento di rotta verificatosi nel presente e riconoscendo la componente giovanile come nuova linfa vitale indispensabile per il futuro della Chiesa.

In merito alla questione del celibato ecclesiastico, il vescovo ha poi spiegato che non si tratta di un mero vincolo dovuto all’ordinazione sacerdotale, bensì di una scelta di vita individuale, da molti temuta in un’epoca frenetica e in continuo cambiamento come la nostra, poiché implica l’assunzione di una responsabilità «per tutta la vita».

Riguardo al sacerdozio femminile, Rumeo ha ricordato simbolicamente che Gesù scelse 12 apostoli maschi, ma che d’altra parte la prima ad assistere alla resurrezione di Cristo fu Maria Maddalena e ha ribadito l’impegno di papa Francesco ad ampliare sempre di più la presenza femminile all’interno di una Chiesa, assimilabile oggi più che mai a una «madre», che accoglie tutti, senza distinzione, nel proprio grembo.

Successivamente – riferendosi alle coppie omosessuali – il vescovo ha definito doveroso il rispetto verso le scelte di vita individuali, dichiarandosi, tuttavia, perplesso dalla presunta «teoria del gender» – nata negli Stati Uniti e propagatasi in tutto il mondo – e impaurito dai contenuti e dai toni riscontrabili in televisione o in altri mezzi di comunicazione di massa.

All’interrogativo riguardante un modo per poter arginare la pedofilia all’interno della Chiesa, Rumeo non ha esitato a definire ogni forma di violenza sessuale una piaga gravissima, per cui non può esistere giustificazione, e ha invocato la necessità di denunciare atti del genere, per poterli debellare.

Interpellato sul problema dell’immigrazione, attorno a cui ruotano idee del tutto divergenti, il presule netino ha lodato gli sforzi profusi dalla Croce Rossa e dalla Caritas, evidenziando come gli aiuti umanitari siano indispensabili a contrastare lo spopolamento dell’Africa, dovuto alle guerre, alle condizioni climatiche avverse e, non ultimo, allo sfruttamento plurisecolare perpetrato dalle potenze dell’Occidente e oggi anche dell’Estremo Oriente. Secondo Rumeo, infatti, l’accoglienza in Europa non può essere negata, ma ai migranti che più avvertono la nostalgia della propria terra deve anche essere data la possibilità di ritornare serenamente in patria (cosa di frequente molto ardua, se non impossibile).

In risposta a un quesito sul possibile esito del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, il vescovo ha innanzitutto specificato che l’Italia ripudia la guerra, essendo ogni scontro motivato dall’interesse di pochi e non potendo esserci vincitori, perché ogni soldato caduto in battaglia è una sconfitta per l’umanità. Per questo, lo Stato – ha aggiunto – affianca la Chiesa, nel far fronte a emergenze belliche, attraverso contributi economici e accoglienza di rifugiati e, per questo, tutte e tutti, nel nostro piccolo, dovremmo agire attivamente per costruire «sentieri di pace».

Con grande sorpresa del vescovo, all’interessante confronto è seguita la rappresentazione vivente della celeberrima Ultima Cena di Leonardo da Vinci, impersonata da alunne e alunni del Liceo Artistico, che hanno, inoltre, realizzato una raffigurazione della Vergine Maria, donata al vescovo Rumeo in segno di ringraziamento.

Così, dopo i numerosi applausi e dopo i complimenti vivissimi pronunciati dal vescovo, accompagnati da affettuosi abbracci e da battute sagaci, abbiamo suggellato questo momento, scattando tutti insieme una foto davanti all’altare maggiore, con al centro il vescovo Rumeo, dimostratosi veramente uno di noi.

 

Ignazio Aparo – 5ªB Liceo Scientifico

Foto di Sara Popović – 4ªB Liceo Scientifico

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