Ven. Apr 26th, 2024

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Intervista allo scrittore Mattia Corrente nell’ambito del PCTO Reporter-city “Cronisti del territorio”.

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Il 20 gennaio scorso alcune classi del Liceo Classico e Scientifico hanno incontrato nell’aula magna del plesso Platone, lo scrittore Mattia Corrente, giovane autore esordiente che, con il suo  romanzo La fuga di Anna edito da Sellerio, sta riscuotendo notevole successo.
Le classi, le professoresse e lo stesso autore si sono disposti in cerchio per dialogare in maniera spontanea e informale. A Mattia sono state da noi poste  alcune domande alle quali lui ha risposto con generosa schiettezza.

Noi della IV A Classico in particolare lo abbiamo intervistato nell’ambito del nostro PCTO sulla comunicazione  e il giornalismo “Reporter-City, cronisti del territorio”.
Il romanzo ha come temi principali quello della libertà di essere se stessi e quello dell’emancipazione femminile,  laddove troviamo Anna, il personaggio femminile protagonista del romanzo,  a combattere una vita intera per distaccarsi dagli stereotipi che vedono la donna soltanto come un essere destinato a generare la prole e a fare da moglie e madre. È proprio questo secondo noi il fulcro del romanzo. Anna, la protagonista, ad un certo punto della sua vita, scappa dall’abituale quotidianità che conduceva con il marito Severino e anche da una gabbia interiore: la versione di se stessa che sua madre le aveva imposto. Lei invece avrebbe voluto essere LIBERA, “libera di fare come e quello che ad Anna pareva”.

Ecco le nostre domande a Mattia

“Come è arrivata la passione per la scrittura?” e  l’autore: “La scrittura ti dà il dono di immedesimarti nel genere o nell’età che ti piace di più, scrivere è un mestiere  che scaturisce dall’impressione che lascia
un’immagine, un fenomeno o un’esperienza a te vicina e dopo aver più volte creato delle bozze, provi poi a strutturare un romanzo, lo codifichi e la storia inizia a respirare. Per scrivere dei libri, non occorre talento ma pazienza e ostinazione, fantasia e costanza. Non è mai così semplice comporre un romanzo, come si immagina. Si diventa scrittori solo quando si riesce a smontare la struttura interna dei libri che si sono letti in precedenza  disubbidendo al paradigma che si è imparato dalle vecchie letture””.


– “Che rapporto hai con tua madre alla quale hai dedicato il romanzo?”

“Che avevo, purtroppo non ho più … Mia madre è morta a maggio di un male incurabile che la perseguitava da anni, le volevo un bene eccessivo quasi viscerale e violento in senso positivo e la  passione letteraria l’ho ereditata proprio da lei. Ho voluto dedicare questo libro a mia madre perché volevo farle leggere almeno i primi capitoli che non erano ancora conclusi, quindi lei si è fatta forza, continuando con la sua terapia ed ha resistito per me. Quando è morta ho sentito il bisogno di ricordarla dedicandole il mio primo romanzo.”

Mattia sente anche con forza la sua appartenenza alla Sicilia, proprio come i personaggi principali del libro, ma dice : “spesso la volontà di partire ti spinge ad andare via dalla Sicilia e non tornare più. Questa però si comporta quasi come un essere umano, ti afferra e ti tira per i capelli causandoti malinconia e voglia di tornare.”

Erica Gallo IV A Classico

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