Gio. Apr 25th, 2024

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L’Heroe Confaloniero di Cesarea Maestade

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L’Heroe Confaloniero di Cesarea Maestade: il manoscritto inedito del 1600 allo studio del prof. Angelo Fortuna.

Il manoscritto inedito del 1600 allo studio del prof. Angelo Fortuna.

La festa del nostro amato patrono San Corrado è appena trascorsa,  trasportandoci nella magica atmosfera del suo folklore, delle sue manifestazioni artistiche e culturali e delle suggestive meditazioni che ne derivano. Tutto ciò ci ha lasciato un vivo desiderio di saperne di più su questo straordinario personaggio che ha segnato profondamente la storia e la cultura della nostra città. Pertanto ci siamo rivolti al professore Angelo Fortuna, che da anni si dedica con passione alla scrupolosa ricostruzione del profilo di grandi personalità netine, quali Mariannina Coffa, Tina Di Lorenzo, Giuseppe Cassone, Corrado Rizza, di cui ha pubblicato preziose biografie. Siamo venuti a conoscenza, infatti, che l’attuale oggetto di interesse filologico del professore è proprio un manoscritto inedito del ‘600, contenente informazioni su San Corrado.

Alla nostra prima domanda su cosa l’avesse spinto a questa ulteriore ricerca, Fortuna risponde:

Da sempre sono stato spinto alla ricerca anche perché ho notato che nel corso della mia vita ho avuto, di tanto in tanto, la percezione di cupa rottura da ciò che riguarda il passato, come se non fosse mai esistito e come se la vita fosse cominciata con noi. Sin da quando ero ragazzo studiando la storia, la filosofia, la letteratura, mi sono spesso chiesto perché la Sicilia, se non saltuariamente, non vi fosse citata. In realtà, i nostri antenati hanno dato un contributo notevole alla storia e al pensiero umano! Così, ritengo doveroso cercare di portare alla luce la nostra storia locale, affinché possiamo essere consapevoli e fieri delle nostre magnifiche radici culturali. 

Veniamo ora al nostro beato Corrado piacentino. Sette o otto anni fa, il dott. Salvatore Maiore, noto cultore della storia netina e attiva presenza nella Curia, mi informò di aver visitato a Palermo la biblioteca Astuziana, cioè la biblioteca degli Astuto di Noto. La nobile famiglia, nell’Ottocento, versando in critiche condizioni economiche, aveva commesso un grave errore: vendere tutti i libri e i manoscritti in suo possesso alla biblioteca di Palermo. Il dott. Maiore  mi riferì inoltre che vi aveva individuato il poema di tale Michaele Catalano di Noto, sulla figura di San Corrado e che mi aveva procurato delle relative fotocopie, invitandomi a cercare di decifrare gli astrusi caratteri linguistici che vi si intravedevano. Ci ho rimesso diversi gradi di vista, ma oggi posso dire di esserci riuscito! Ed ecco il primo Idillio Sacro di  Corrado Confaloniero”.

Incuriositi dal citato autore del manoscritto, abbiamo chiesto al professore Fortuna qualche ulteriore informazione su di lui e sulla modalità di stesura del poema che ha adottato:

Michaele Catalano era un notaio dell’antica Noto del 1600, certamente devoto a San Corrado, che si è cimentato nella stesura del poema con una certa dimestichezza nella tecnica poetica. Certo, nel mio lavoro filologico ho incontrato diverse espressioni che nella lingua attuale sarebbero considerate “errori di grammatica”, ma io, per essere coerente con quanto affermato nel testo, ho riportato gli “errori” così come vi si trovano. Il Catalano ha strutturato il testo in 5 Idilli che sono come 5 canti.  Ogni Idillio è preceduto da un sonetto in perfetti endecasillabi che ne introduce il contenuto. Da ciò ho dedotto che il notaio era profondamente colto in campo letterario ed era anche un buon poeta. Non sappiamo se abbia però scritto altre cose di cui non conosciamo l’esistenza.  

La prima difficoltà è stata quella di leggere il manoscritto, perché c’è pervenuto in pessime condizioni, inoltre è stato scritto in un italiano misto di siciliano antico con ascendenze  latine. A questo punto, ci sono da fare anche altre considerazioni: il manoscritto ha certamente un valore letterario, un valore religioso e un valore identitario, ma anche un importante valore linguistico, testimoniando un cruciale momento di transizione dal latino e dal siciliano antico all’italiano”.

Abbiamo chiesto al professore quali sono i nuclei più interessanti e innovativi che possiamo trarne, rispetto a quanto è già noto sulla figura di San Corrado.

Il grande eroe Confaloniero di Cesarea Maestade, secondo Michaele Catalano, decise di lasciare Piacenza e la moglie Eufrosina. Attualmente gli studiosi netini sono arrivati alla conclusione che probabilmente Eufrosina non è mai esistita e che in realtà egli fosse  scapolo. Questo perché non si accenna alla donna nelle prime opere che parlano del santo, invece essa compare nelle opere del ‘400, del ‘500 e del ‘600.  Il Catalano, si sofferma su questo dato, anzi una delle parti più belle in assoluto del poema è proprio quella in cui Corrado lascia Eufrosina dinanzi ad un convento: un momento squisitamente lirico di amore fra i due, rafforzato dalla consapevolezza della difficile scelta effettuata.

A questo punto abbiamo chiesto al prof. Fortuna quale significato possa avere per noi giovani conoscere i contenuti e i messaggi di questo manoscritto.

Per prima cosa, il manoscritto vi  consente di conoscere la mentalità dei nostri antenati del 1600, che abitavano nella splendida Noto antica, tutta impregnata delle radici greco-romane e della cultura medievale successiva. Vi  possiamo scorgere il pensiero di quel tempo, il dato dell’antica rivalità tra Noto e Avola, città, quest’ultima, dove il culto di San Corrado Confalonieri è tuttora molto sentito. Tale rivalità, prima effettivamente marcata, sembra poi fortunatamente superata. Nel testo di Catalano si sottolinea la consapevolezza, da parte degli avolesi, della volontà di Corrado di  rimanere a Noto dopo la sua morte, nonché il rispetto della sua decisione. Oltre alla valenza linguistica che ho già rilevato, l’altra grande lezione  che proviene dal manoscritto sta nella virtù più grande di San Corrado, l’umiltà. Tutto questo fa parte della « netinitas », l’identità del netino. E il vostro compito, in quanto generazione del domani, è raccogliere e trasmettere questa importante eredità, in modo che Noto sia agli occhi di tutti città promotrice di cultura e umanità.

Intervista a cura di Carnemolla Salvatore, La Rosa Vittorio, Masini Roberta, Rizza Samuele – IIIA Liceo Scientifico

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