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Lo spettatore è un visionario

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 Un incontro/dibattito per raccontare un’esperienza di audience engagement

 

La partecipazione attiva dello spettatore nella scelta degli spettacoli di una programmazione teatrale o di un festival è stato il tema della Tavola rotonda– in diretta Facebook-, che si è svolta domenica 13 settembre- alle 11,00 – in Sala Gagliardi, per presentare il libro di Luca Ricci e Lucia Franchi Lo spettatore è un visionario.

Hanno dialogato due ospiti dell’ottava edizione di Codex Festival: Filippa Ilardo, critica di teatro e collaboratrice di Arcipelago Sicilia, l’osservatorio dei festival della scena contemporanea in Sicilia, e Luca Ricci iniziatore, insieme a Lucia Franchi, del Festival Kilowatt, un progetto artistico radicato a Sansepolcro, in Toscana, ardito e sperimentale perché -spiega Filippa Ilardo- artisti e spettatori contribuiscono congiuntamente alla riuscita degli spettacoli.

 

Se l’arte è per tutti e non c’è arte senza pubblico, l’incontro tra attore e spettatore risulta imprescindibile.

Luca Ricci e Lucia Franchi raccontano nel libro la loro esperienza di audience engagement attraverso la realizzazione del progetto Visionari che, iniziato nel 2007, è diventato un format esteso a undici gruppi in Italia e a trentaquattro gruppi nel continente europeo.

La prima domanda posta da Filippa Ilardo riguarda proprio la nascita di questo innovativo coinvolgimento del pubblico.

Luca Ricci racconta che hanno preso spunto dal lavoro svolto dagli stagisti delle case editoriali, i quali sfoltiscono i testi da proporre al capo redattore, e hanno tentato di applicare lo stesso processo agli spettacoli. È nato così il progetto Visionari: un gruppo di cittadini, riunendosi, guarda, appunto visiona, molte proposte di spettacoli per poi selezionarne alcuni da inserire nella programmazione. Come in una piccola Atene, il teatro viene posto al centro della discussione pubblica. Per rispondere alla domanda “perché” piace o no uno spettacolo gli spettatori devono esprimere motivazioni che vanno oltre il gusto personale, compiendo così un percorso di conoscenza che conduce dentro la dimensione emotiva dello spettatore.

Luca Ricci evidenzia, inoltre, la natura priva di restrizioni del reclutamento dei partecipanti. Diventare Visionari è una scelta volontaria che non richiede una formazione professionale, piuttosto interesse o, semplicemente, curiosità, perché l’iniziativa consiste nell’affidare un ruolo attivo agli spettatori.

La competenza dei Visionari si sviluppa durante un anno di incontri, durante il quale vengono affiancati e non guidati dagli esperti. Infatti, come direttore artistico, Luca Ricci non nega il disaccordo su alcuni spettacoli scelti dai Visionari, ma sottolinea che quello che conta di più, in questo progetto, non è tanto il risultato quanto il processo di intelligenza collettiva che si attiva.

Il teatro – afferma in conclusione Luca Ricci- deve coinvolgere emotivamente e l’eredità di questi processi consiste nello “spostamento dello sguardo”. Attraverso l’esperienza da Visionari le persone sviluppano un interesse per l’arte e la guardano in un modo più accurato e curioso fino ad influenzare il “farsi” dell’arte.

 

 

 

 

Elena Bellavita

Miriam Celeste

Classi IV A e IV B Liceo Classico

 

 

 

 

 

 

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