Gio. Apr 25th, 2024

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Ripristino degli scritti e proteste delle studentesse e degli studenti

Si attende la conferma ufficiale con la pubblicazione dell’ordinanza ministeriale, ma ormai è certo che l’esame di Stato 2022 vedrà il ripristino delle due prove scritte: il tema di italiano uniforme a livello nazionale e la prova di indirizzo scelta dalla commissione interna. L’annuncio è arrivato come una doccia fredda a fine gennaio ed ha provocato la reazione di migliaia di studentesse e studenti, che hanno organizzato diverse manifestazioni in tutta Italia, affermando l’impossibilità di  poter sostenere l’esame  in modo competente ed adeguato a causa dello svantaggio derivante dagli ultimi due anni scolastici trascorsi prevalentemente in  Dad,  in cui la discontinuità delle lezioni in presenza non ha consentito di prepararsi bene per affrontare due scritti così impegnativi. A tal proposito abbiamo voluto sentire l’opinione di  alcuni alunni frequentanti la VA del Liceo delle Scienze Umane, Carmelo Abate, Letizia Murana,  Maria Roberta Pelligra e Mariasofia Tidona.

D. Siete delusi dalla decisione del ministro Bianchi di ripristinare gli scritti agli esami  di stato 2022?

R. Grande delusione, certo, perché fino all’autunno scorso il ministro Bianchi aveva lasciato intendere che anche gli esami di stato 2022 sarebbero stati strutturati grosso modo come quelli degli anni 2020-2021, senza scritti e con un maxi orale introdotto da un elaborato sulle discipline di indirizzo. E a ragione, secondo noi, considerato lo stato di emergenza in cui viviamo da due anni a questa parte che ha portato la scuola ad attivare la didattica a distanza per cercare di garantire il sacrosanto diritto allo studio. Ma le difficoltà non sono mancate! A livello didattico, le programmazioni sono state rimodulate e, nonostante gli sforzi da parte nostra e dei nostri docenti, si è dovuta fare una selezione degli argomenti, ed è venuto a mancare del tempo prezioso da dedicare alla produzione scritta, che, come si sa, richiede un’esercitazione continua per consentire di affrontare gli scritti della maturità in modo sereno. A livello emotivo-relazionale, l’assenza di un contatto diretto all’interno della classe è stata deleteria, perché abbiamo perso i nostri punti di riferimento, la nostra “vita scolastica” fatta non solo di spiegazioni e interrogazioni, ma anche di rapporti umani vissuti nella pienezza della comunicazione. Reintrodurre gli scritti vuole dire non tener conto di tutto questo e pretendere da noi, che ancora adesso viviamo una condizione di forte disagio, con classi dimezzate e professori assenti a turno a causa del covid, di fare l’impossibile.

D. Cosa pensate delle manifestazioni studentesche che nelle ultime settimane hanno visto scendere in piazza migliaia di studentesse e studenti contro il ripristino delle prove scritte e non solo?

R. Due di noi, molti compagni/e di classe e studenti e studentesse del nostro istituto, ma anche di tanti istituti superiori di tutta la provincia, hanno partecipato allo sciopero svoltosi venerdì 4 febbraio scorso a Siracusa. Ci siamo recati in piazza Pancali e abbiamo manifestato non solo per l’eliminazione delle prove scritte, ma anche per far comprendere al ministro che il sistema scolastico spesso non considera le nostre esigenze e per questo occorrono dialogo e apertura da parte di tutti gli attori della scuola a tutti i livelli. Infatti, nonostante l’assenza del risultato da noi desiderato, il corpo studentesco merita un riconoscimento per l’impegno e la volontà nel mettere in atto delle manifestazioni pubbliche perché, così come è un diritto l’istruzione, lo è anche e soprattutto far sentire la propria voce ed esprimere (pacificamente!) le proprie opinioni.

D. Come avreste voluto che fosse strutturato l’esame?

R. Come già detto, durante questi anni di didattica a distanza non è stato possibile per noi maturandi esercitarsi in modo appropriato per affrontare le prove scritte.
Dunque, lo scritto per noi al momento rappresenta un gradino troppo alto…..
Pertanto, secondo il nostro punto di vista, sarebbe stato opportuno evitare ancora una volta le prove scritte e svolgere anche per questo anno, così come per il 2020 e il 2021, un esame composto da un “maxi orale” introdotto da un elaborato.
È evidente che un esame che preveda solo l’orale non rispecchi pienamente i canoni tradizionali proposti dal ministero dell’istruzione, ma sarebbe pur sempre una prova importante per noi studenti, anche in considerazione del fatto che il problema della preparazione globale non riguarda solo noi studenti delle quinte classi, ma tutti gli studenti che inevitabilmente hanno dovuto fare i conti con questo lungo periodo di pandemia.

Servizio a cura della redazione della IVA Scienze Umane

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