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Meter Tygater, la storia eterna del rapporto tra una madre e una figlia

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Meter Tygater”, spettacolo che segna il debutto come regista della giovane attrice netina Aurora Miriam Scala, è andato in scena al teatro di Noto “Tina Di Lorenzo” venerdì 29 marzo. 

Lo spettacolo Meter Tygater, scritto, diretto ed interpretato da Aurora Miriam Scala con Maria Chiara Pellettieri, già vincitore del Premio Nazionale Creatività Giovanile Under 30/ 2018, è la rivisitazione di un testo della letteratura greca in chiave contemporanea: è il racconto, ambientato nel contesto della Grecia dei colonnelli, delle vicende di Agamennone, Elettra e Clitennestra.

Origininale e nuova anche la chiave di lettura che è prettamente femminile: le due protagoniste, nonché uniche figure fisicamente rappresentate, sono Clitennestra, interpretata dalla stessa Miriam, e la figlia Elettra, nei cui panni si è calata Maria Chiara Pellitteri.

Alla base della narrazione  il rapporto tra l’innocente fanciulla e la madre, rapporto inizialmente amorevole e affettuoso ma che si concluderà tragicamente. Quasi ad attendere che in sala si spengano le luci e cali il silenzio, al centro del palco, una bambola di pezza, del tutto simile ad Elettra, ma figurazione anche della sorella Ifigenia. A spettacolo iniziato, Elettra rivela che l’oggetto è un dono da parte del padre Agamennone ma ciò provocherà un inasprimento dell’atteggiamento di Clitennestra. Man mano che lo spettacolo si dipana come una matassa, ne comprendiamo il motivo.

Il marito Agamennone, cinque anni prima era partito per sostenere la dittatura dei colonnelli e si era macchiato di una grave colpa, la morte della figlia Ifigenia. Clitennestra, moglie e madre, appresa la notizia, non riesce a superare la tragedia e il dolore e  uccide il marito nella vasca da bagno del proprio appartamento, in complicità con l’amante Egisto.

Elettra segue tutta la vicenda: “ascolta” impassibile l’omicidio, “sente il rumore dell’acqua che scende”… poi più nulla se non la sua innocenza violata e, a sua volta, spezzando definitivamente il legame un tempo indissolubile con la madre, la uccide.

La scenografia, essenziale e multifunzionale, è composta da un telo di plastica, equivalente ad una tenda, al cielo o al mare di Santorini dove la famiglia trascorreva felice, quelle vacanze che Clitennestra si ritroverà a ricordare con nostalgia, e da un baule, con dentro tutto l’essenziale; esso contiene anche un luminoso palloncino bianco che rappresenta la luna, più volte richiamata nel racconto, e che, delicatamente agitato da Elettra, ha un effetto mistico sul pubblico.

Le luci, opportunamente curate da Giuseppe Spicuglia, hanno un ruolo importante nel determinare    momenti di suspance e di riflessione, così come i costumi di Giuseppe Fugà, capaci, nella loro semplicità e attualità, di valorizzare la presenza scenica delle due interpreti, conferendo loro eleganza e classe.

Intensa, emozionante la performance delle due giovani attrici, vere promesse del nostro  panorama teatrale.

Articolo di Arianna Azzaro e Sofia Mazzonello Classe III A del liceo classico
Photo credit Fondazione teatro Tina Di Lorenzo /Frameoff

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