«Politikòn» o l’arte di pensare nel profondo

Al CUMO il Vescovo di Noto inaugura il Master della LUMSA per operatori in ambito politico e istituzionale.

“La politica è un impegno di umanità e di santità”, con questo significativo aforisma di Giorgio La Pira, il “sindaco santo”, si è aperta la conferenza inaugurale del Master per operatori in ambito politico e istituzionale presso il CUMO di Noto, il 7 febbraio scorso, alla presenza del Sindaco Corrado Bonfanti, del prof. Corrado Spataro, presidente del Consorzio Universitario, di don Maurizio Novello, responsabile della Pastorale Giovanile, del direttore del Master, dott. Tonino Solarino e di don Salvatore Cerruto, presidente della Scuola di Formazione Politica Giorgio La Pira. Ospite d’eccezione il Vescovo della Diocesi di Noto, mons. Antonio Staglianò che ha tenuto un’illuminante lectio magistralis dal titolo “Politikòn”.

Dopo i saluti del prof. Corrado Spataro, che ha illustrato la proposta formativa del Master mirante ad offrire orizzonti di senso all’impegno politico e coglierne le radici spirituali e valoriali, indicando nella politica la forma estrema di qualità, ossia la capacità di organizzare, comprendere e operare per il bene comune, il Sindaco Corrado Bonfanti ha sottolineato la sua aderenza al pensiero di La Pira, grazie anche alla sua formazione cattolica e all’esperienza dello scoutismo giovanile. Ha ribadito l’importanza dell’ascolto, del dialogo e del confronto, la necessità di guardare “oltre” lo scoramento, perché è necessario formare persone che vogliono dedicarsi alla politica con competenza. Don Maurizio Novello ha invitato i giovani a maturare il senso di appartenenza, ad aver fiducia nella politica che è alta forma di carità, mentre il dott. Solarino ha sottolineato la necessità del primato dell’interiorità, che significa essere consapevoli di sé e comprendere gli altri.

È proprio da questo dato che ha preso spunto la riflessione del Vescovo di Noto. Monsignor Staglianò ha indicato nel termine Politikon, appunto la cosa politica, un’esperienza ancora aperta, un orizzonte oltre la siepe, ossia un significato non ancora acquisito. Facendo riferimento al testo della canzone di E. Bennato, L’isola che non c’è, ci ha condotti ad un’idea della politica come utopia, sguardo che sa cercare “oltre” di chi non è pago del presente, prendendo atto che nessun presente è accettabile e degno dell’uomo. Del resto, l’incompiutezza dell’uomo, piuttosto che esserne il limite, ne costituisce la dignità.

Ma la politica è soprattutto l’arte di pensare nel profondo, per sfuggire ai meccanismi della folla, nella quale il singolo perde la sua capacità di essere soggetto pensante e che ha un fondamento mistico in quanto attività da cui emerge il divino che rende umani: solo chi pensa nel profondo vive la vita nella sua pienezza. E il primo atto del pensare politico è il recupero dell’antropologia, partendo dalla domanda fondamentale che chiunque, aldilà del credo religioso, dovrebbe porsi: Chi è l’uomo? Interrogativo che ci pone di fronte alla necessità di capire i linguaggi e condividere il significato di Uomo, ma che spesso è causa di fraintendimenti e conflitti. Il Vescovo, poi, affronta la piaga del nichilismo dell’Occidente, indicandone la causa nell’asservimento della politica alla Tecnica, abile strumento del capitalismo moderno. Lo stesso concetto di Democrazia, che è un segno linguistico, vive una crisi di svuotamento valoriale, mentre dovrebbe essere il mettersi in cammino per la ricerca, verso l’utopia di una democrazia possibile.

Infine don Cerruto ha invitato noi giovani a liberarci dal senso di sfiducia, a metterci in gioco nell’agone politico, per acquisire il coraggio di combattere per la verità. Dobbiamo farci portatori di un pensiero nuovo, essere, come diceva Giorgio La Pira, rondini proiettate unicamente verso la primavera. La politica ha bisogno di una nuova primavera per ritornare ad essere considerata l’arte più nobile.