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Questo non è amore, 25 Novembre: incontro con la polizia di stato.

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Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica dominicana mentre le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal stavano andando a far visita  ai loro mariti detenuti in prigione perché si opponevano al regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, furono bloccate e rapite sulla strada da agenti del Servizio di informazione. Portate in un luogo nascosto furono stuprate, bastonate e strangolate e infine gettate in un precipizio dentro la loro auto, per simulare un incidente. Nel 1981, durante il primo incontro femminista latino-americano a Bogotà, in Colombia, fu deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne.

Anche in loro ricordo e in memoria delle donne uccise in tutto il mondo, sullo spiazzale della cattedrale, lunedì 8 novembre 2021 alcuni studenti dei diversi indirizzi di scuola superiore della città di Noto ci siamo incontrati davanti alla cattedrale di Noto con un gruppo di agenti di polizia per realizzare un flashmob e un video in vista del 25 novembre giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: tutti insieme abbiamo afferrato una catena alle cui estremità stavano, da una parte il gruppo dei ragazzi e dall’altra le ragazze: un tiro alla fune che era la rappresentazione metaforica della relazione malata tra il carnefice e la sua vittima.

Il flashmob ha inizio: arriva il commissario di polizia dr. Arena che con una spada spezza la catena e a quel punto tutti i partecipanti, ragazze, ragazzi e agenti di polizia si dispongono a formare un cuore. Durante la manifestazione, la scena che abbiamo realizzato mi ha fatto tornare in mente tutte le notizie di cronaca che riportano continuamente notizie di femminicidi.

Il 25 novembre gli studenti di alcune classi della nostra scuola si sono recati presso l’aula magna del seminario di Noto per assistere alla proiezione del video: il commissario dr. Arena, intervenuto per presentare il video da noi realizzato qualche giorno prima e di altri due video sullo stesso tema, ci ha spiegato in modo chiaro questo fenomeno tristemente molto diffuso nel nostro paese e in molte altre nazioni. Sullo schermo passavano le immagini di donne, dapprima sorridenti e fiduciose, poi insultate, colpite, sottoposte a violenze che non possono lasciarci indifferenti: al contrario sono immagini che ci lasciano turbati e angosciati; in un video la violenza subita poteva essere dedotta dallo sguardo ormai spento della vittima. Quando è arrivato il momento di guardare il video da noi stessi realizzato, vedere me stessa e gli altri partecipanti, mi ha fatto sentire come se fossi io stessa una di quelle donne che subiscono violenza ogni giorno; al tempo stesso ho potuto notare che nel video anche le altre ragazze che hanno partecipato al flashmob erano commosse e toccate nel momento in cui, spezzata la catena della violenza e dell’odio, ci siamo disposte a formare un cuore.  La manifestazione è riuscita a sensibilizzare i partecipanti a questo fenomeno sociale diffuso e sarebbe opportuno organizzare in futuro eventi simili affinché non si dimentichi la frequenza del fenomeno e l’ingiustizia perpetrata nei confronti delle donne.

Sara Calivà

IV C Liceo Economico Sociale

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