Gio. Apr 18th, 2024

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“Uno, nessuno e centomila” secondo la regista Alessandra Pizzi e il Gegè di Enrico Lo Verso

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Vitangelo Moscarda o dell’incomunicabilità. “Uno, nessuno e centomila”, secondo la regista Alessandra Pizzi e il Gegè di Enrico Lo Verso.

Grande prova d’attore e splendido spettacolo quello a cui abbiamo assistito il 14 febbraio scorso.

Enrico Lo Verso ha accolto personalmente il folto pubblico, un pubblico anche molto giovane, che ha deciso di passare la sera di San Valentino in un luogo come il teatro, in cui i messaggi che si veicolano sono di coinvolgimento totale di mente e cuore, parole e emozioni, sintonie e dissonanze.

Se in tutto questo si mette di mezzo Pirandello, il Pirandello di Uno, nessuno e centomila, tutto si complica, perché il monologo di Vitangelo Moscarda, Gegè, scritto e diretto da Alessandra Pizzi, è un’immersione nel tema durissimo dell’incomunicabilità.

Nei suoi tanti sguardi e punti di vista, mirabilmente presenti in una scena essenziale, che parla con pochi colori su un bianco accecante e poche parole sul fondo scena a fine spettacolo (Sono figlio del caos), Enrico Lo Verso, o i tanti Gegè, hanno incarnato l’infinito ragionare della nostra sicilianità.

Tante parole, tanti punti di vista, senza falsità, perché, come ci dice il nostro attore: “Se c’è una cosa spudoratamente vera è il palcoscenico, se c’è una condivisione, una sintonia, al pubblico arriva un’emozione”. E l’emozione è arrivata.

A seguire l’intervista rilasciata da Enrico Lo Verso e Alessandra Pizzi.

Servizio a cura di Carla Cavarra, Roberta Masini, Giada Cavallo, Federica Licata, Emanuel Conforto, Fabio Gallo, Vittorio La Rosa – Liceo Scientifico

 

 

 

 

 

 

 

 

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