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Mobilità Erasmus: il dialogo come metodo e obiettivo

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L’esperienza degli insegnanti del “Matteo Raeli” nel Corso Erasmus KA101 a Kalamata, in Grecia, dal 6 a 12
novembre 2022.
Forse non è tanto importante fornire un rendiconto accurato dell’esperienza che, dal 6 al 12 novembre
2022, quattro inseganti del “Matteo Raeli” di Noto, hanno vissuto, nel contesto del Corso Erasmus KA1, a
Kalamata, cittadina capoluogo della provincia della Messenia situata nella costa meridionale del Peloponneso.
Il corso si intitolava “Dealing with cultural diversity in class (Affrontare le diversità culturali in classe)”
e gli inseganti partecipanti sono stati Elena Politino (Inglese, Les), Frankie Terranova (filosofia, Scienze
Umane) Corrado Leanti e Paolo Randazzo (rispettivamente inglese e latino e greco, Classico). L’ente
organizzatore è stato il Centro accreditato lifelong learning “Ariadne”, di Kalamata appunto.
Perché non è tanto importante raccontare analiticamente i diversi momenti e ingredienti di questa
esperienza? Perché appare necessario invece segnalare, immediatamente, la ricchezza feconda dell’incontro
amichevole e dialogante tra insegnanti delle più disparate nazioni europee. C’erano insegnanti portoghesi e
svedesi, spagnoli e polacchi, turchi e lettoni, olandesi e un nutrito numero d’italiani provenienti da diverse
regioni del nostro paese. Il focus delle lezioni era la diversità culturale tra alunni che si trovano in una stessa
classe: una possibilità che va sempre più trasformandosi in realtà nei diversi contesti scolastici di tutti paesi
europei.
Come affrontarla seriamente? Con quali strumenti? Con quale spirito? Ovviamente considerando
quella diversità di culturale (in tutta l’ampiezza che il termine cultura può contenere) una ricchezza comune
della scuola, della classe, del team degli insegnanti; un piccolo patrimonio condiviso da cui partire per
progettare, realizzare, guidare e vivere il dialogo educativo. Sicuramente, non un problema determinato dallo
scontro di identità diverse in cui qualcuno deve imporsi su qualche altra persona o imporre la propria cultura.
Come chiarire e comunicare questo concetto? E come gli operatori del centro Ariadne hanno volto
trasmetterlo? Con il gioco: solo ed esclusivamente con il gioco. Ovvero con una modalità divertente e
interattiva che ha puntato a costruire prima delle relazioni e solo dopo, e solo eventualmente, dei percorsi di
conoscenza e di trasmissione di contenuti e di abilità.
Questo è il cuore dell’esperienza che andava doverosamente colto e raccontato, dopo di che siamo
consapevoli di essere stati straordinariamente fortunati: partiti a novembre, con in mente una veloce pausa
autunnale dalla quotidianità della nostra professione, ci siamo trovati in un meraviglioso angolo di mediterraneo
che ci accolto non solo con ciò che tutti si aspettano che la Grecia possa offrire (l’Acropoli di Atene, l’Istmo di
Corinto, i resti di Argo e Micene, Epidauro), ma soprattutto con una serie ininterrotta di borghi bellissimi, ricchi
di arte e di storia, luminosi, appartati (Pylos, Melthoni, Kardamyle) e di calette marine assolate che ci hanno
fatto sentire più in un film di Gabriele Salvatores che nel contesto di un viaggio di formazione professionale.
Notevolissimi anche gli scavi dell’antica Messene (IV secolo a.C.) che hanno conservato ben visibile l’impianto
urbanistico di quell’antica città greca.

Paolo Randazzo

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