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Erasmus+ KA229 Cultiver la différence et non l’indifférence – Mobilità docenti

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28 marzo- 2 aprile 2022

Un secondo gruppo di docenti del “Matteo Raeli” incontra il Centre médical et pédagogique pour Adolescents in Francia

Dopo la mobilità, che ha visto il coinvolgimento del primo gruppo di docenti del Matteo Raeli in Francia, dal 15 al 20 novembre, è toccato al nostro team prendere parte a questa esperienza singolare e diversa, emotivamente forte, umanamente e professionalmente arricchente.

Ci era stato raccontato, dalle nostre colleghe, con delicatezza e l’invito a vivere in prima persona quanto avremmo di lì a poco sperimentato e, in effetti, hanno avuto ragione!

La mattina del 28 marzo, arrivati nel Centre médical et pédagogique pour Adolescents, immerso in un bosco di castagni e querce, in un silenzio rotto soltanto dall’arrivo di qualche auto, veniamo accolti da Sebastiano Parrella, il coordinatore francese del Progetto, che ci conduce in quella che, con orgoglio, chiama “la mia aula”. Qui si respira l’aria italiana, con la cartina dell’Italia da una parte, la foto di Sofia Loren e l’immagine di Ungaretti con il suo “M’illumino d’immenso” dall’altra. Ci troviamo nella città di Neufmoutiers-en-Brie e, in tutta la Francia, esistono tredici strutture come questa.

Subito dopo arriva la Preside della scuola situata all’interno della clinica, Mme Lambert, che spiega il senso del lavoro che ogni giorno si apprestano a fare i docenti: innanzitutto ci viene chiarito che il target con cui interagiscono è costituito da pazienti-alunni, di conseguenza è necessario un continuo scambio tra la parte medica e la parte scolastica, con la priorità delle cure rispetto alla scuola (viene sottolineato le cure-gli studi e in quel trattino risiede il lavoro di questi insegnanti).

La/il paziente-alunna/o è osservato settimanalmente nei suoi eventuali progressi, e si prevedono degli aggiustamenti individualizzati, nei casi in cui si dovessero registrare dei momenti di stasi educativa. Di tutto questo si occupa il GPS (Gruppo Pedagogico Specifico) che accompagna anche quei pazienti-alunni che non sono pronti a rientrare a scuola perché hanno avuto tempi troppo lunghi di “silenzio scolastico”. Questi alunni entrano nel GPS con un orario di dieci ore al massimo e rientrano a scuola gradualmente, fino a lasciare il Programma, ma questo non è sempre possibile.

La nostra normalità scolastica viene sconvolta dal racconto di questa realtà, in cui è davvero una missione portare queste ragazze e questi ragazzi al diploma, avendo la consapevolezza che le cure devono essere messe in primo piano: è possibile, infatti, che la/il giovane abbia una certa motivazione scolastica e non sia motivata/o a farsi curare. Del resto è opportuno ricordare che le/gli alunne/i pronte/i ad affrontare la vita e la scuola fuori dalla clinica, lasciano i loro insegnanti che, con un certo rammarico e un pizzico di rassegnazione, parlano del loro insegnamento come di “un giorno senza fine”, perché gli alunni cambiano man mano che finiscono le cure e vanno via e i docenti ricominciano di nuovo ogni volta. Tutto dipende sempre da una decisione medica.

Nella scuola ci sono pazienti affetti da varie patologie psichiatriche e motorie e, tra questi, pazienti che sono in fine vita, quelli per i quali molti docenti lavorano nella scuola della clinica, e sono proprio loro che spingono ad avere coraggio e che vogliono essere trattati con la naturalezza di chi vuole immaginare una vita normale, una vita come tanti.

Dopo Mme Lambert ci presentiamo noi, Maria Cristina Cultrera, Corrada Floridia, Cristina Marescalco, Noemi Presti e Paolo Vendetti, raccontando in breve il nostro lavoro al Matteo Raeli.

Il secondo giorno entriamo nell’aula di Mme Latron che ci proietta nel suo mondo, raccontandoci l’efficacia della “mediazione animale” come terapia, perché il prendersi cura di un animale sposta l’attenzione rispetto ad essere oggetto di cura. Abbiamo sperimentato anche noi quanto sia piacevole e rilassante accarezzare un coniglio o un furetto e ci siamo accorti che le ragazze e i ragazzi aspettavano con ansia di poter entrare in contatto con i loro animali prescelti.

La mediazione animale procura benessere, rilassamento, serenità, autostima, motivazione e aiuta a lottare contro l’isolamento perché la/il ragazza/o non ha uno sguardo giudicante da parte dell’animale, ma la percezione del sentirsi ascoltato ed essere accolto e non minacciato. Il beneficio che si ricava è il controllo delle proprie emozioni: essere calmo diventa un’autoregolazione, non un ordine dato o una regola imposta. Inoltre, da studi scientifici, è stato dimostrato che dal contatto con gli animali si libera ossitocina, c’è un calo dell’ipertensione, si riduce il cortisolo (indicatore fisiologico dello stress) e si liberano endorfine.

Quindi, una volta stabilito il primo legame tra il ragazzo e l’animale, si creano altri legami e si inseriscono nuovi obiettivi, scolastici e non solo. L’entusiasmo e l’abnegazione di Mme Latron l’ha spinta ad andare oltre e curare il progetto di creazione, all’interno del parco, di una “casa” per animali come i poni e le capre, con delle passerelle per consentire l’accesso anche ai ragazzi in carrozzina.

Subito dopo, il nostro team è stato chiamato a stilare il programma della mobilità francese (dal 1 all’8 maggio) che avrà come obiettivo finale l’esibizione di 15 ragazze/i francesi e 15 del Matteo Raeli in un concerto che si terrà a Noto, sabato 7 maggio. È un evento straordinario preparato con dedizione dalle ragazze e dai ragazzi, con l’ausilio dei/delle loro insegnanti sin dalla composizione di musica e parole, che vedrà la creazione di un cd musicale, contenente i testi delle canzoni corredate di immagini realizzate dalle/dagli alunne/i delle due scuole partner.

Data l’importanza dell’evento, si sono poste in primo piano, nella preparazione della mobilità francese, le prove, anche per la necessità di far socializzare i due gruppi e consentire loro di fondere le loro voci e la loro musica finalmente dal vivo. Naturalmente si è prevista la possibilità di avere del tempo libero per visitare le nostre bellezze artistiche e naturalistiche.

A proposito di laboratorio musicale, il momento più emozionante è stato per noi poter interagire con le ragazze e i ragazzi del coro e toccare con mano l’entusiasmo che li anima, al punto da costituire una fortissima motivazione a frequentare la scuola e fare sempre meglio. Vedere ballare le ragazze con naturalezza, in libertà, restituisce, all’interno di una struttura ospedaliera, una parvenza di normalità cui tutti loro aspirano. Così tutti noi mai potremo dimenticare l’abbraccio di Rémy e il suo “grazie” per la nostra presenza.

Il 30 marzo, Sebastiano Parrella ha approfittato della presenza del Festival BriArt, una rassegna teatrale con tematiche sociali importanti, il cui palcoscenico in un tendone da circo è stato allestito all’interno del parco, per farci assistere allo spettacolo La journée de la jupe, con la presenza delle scuole della zona e dei ragazzi della clinica. La difficoltà linguistica è stata superata dall’universalità dell’approccio teatrale oltre che dall’eccellenza degli attori che sono riusciti a trasmettere il loro messaggio ricco di tante tematiche: dalla parità di genere, al razzismo, agli abusi.

L’indomani si è lavorato per programmare la mobilità delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi (dal 29 maggio al 4 giugno), anche in questo caso privilegiando le prove in vista del secondo concerto che si terrà nella sala teatro della clinica.

Subito dopo, è intervenuta la commissione culturale che ha presentato alcune delle attività che svolge in sinergia con il servizio scolastico, tra queste il progetto Anima, con cui le/i ragazze/i hanno potuto esorcizzare le proprie paure e, nello stesso tempo, dare libero sfogo alla creatività, disegnando delle figure della fantasia da cui si sentivano rappresentati, in seguito questi disegni sono diventati dei costumi da esibire in una sfilata all’interno del parco, con l’accompagnamento di una musica ancestrale creata dagli stessi ragazzi.

Nel corso della settimana abbiamo avuto la possibilità di visitare Parigi e i suoi più importanti Musei. Non è mancata neanche la suggestione della neve di aprile che ha imbiancato la campagna circostante e il bosco di Neufmoutiers-en-Brie.

Il giorno prima della nostra partenza è stato denso di emozioni e sorrisi: durante la mattinata è stata svelata la targa dedicata al progetto Erasmus, alla presenza del direttore della clinica e del direttore della scuola, oltre che di tutti i soggetti coinvolti nel progetto. La sera ci siamo salutati con una cena di arrivederci a Noto.

È stata un’esperienza che porteremo con orgoglio nel nostro bagaglio personale e professionale e aspetteremo il giorno in cui potremo incontrare di nuovo i nostri piccoli grandi ragazzi del Brie, con il sogno di vedere la Sicilia e di esibirsi insieme ai nostri studenti.

Clicca per vedere il video della mobilità

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