SOLITUDINE

Trovandomi a scrivere queste righe, la mia mente produce numerosi pensieri, attività cui mi sono dedicata con molta frequenza nella fase che abbiamo vissuto e che stiamo ancora affrontando e rifletto molto su me stessa e su ciò che mi circonda, consapevole della diversità di questo periodo rispetto a quella che chiamiamo “normalità”.

Del resto questa situazione non può essere considerata normale, anche se col passare del tempo abbiamo imparato a conviverci.

Ho imparato che bisogna godersi ogni istante, anche ciò che prima davo per scontato e ho dei rimpianti…

Chi si sarebbe mai aspettato che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di scuola o che non avremmo rivisto i nostri amici per un po’ di tempo? Se l’avessi saputo, avrei vissuto la mia quotidianità in maniera diversa, questa esperienza mi ha fatto capire l’importanza delle piccole cose e mi ha insegnato a non trattare più nulla come superficiale, perché queste non sono affatto piccolezze, anzi, sono forse le cose più preziose, pur essendo le più semplici.

Dalla mia esperienza ho appreso che non mi darò mai più per vinta e che non rinuncerò a nulla per paura e insicurezza, so che me ne pentirei e proverei grandi rimorsi.

A parte questi aspetti, ho trascorso questo periodo certamente con grande timore, ma ho avuto e ho la fortuna di avere una famiglia che non mi ha mai fatto sentire sola e con cui ho modo di rendere le mie giornate di gran lunga più piacevoli.

Inoltre, ho trovato molto vantaggioso il supporto della tecnologia che mi ha permesso non solo di continuare a studiare, il che è fondamentale per la nostra generazione e per il futuro di quest’ultima, ma anche di rimanere in contatto con le persone a me care, quali parenti e amici, dimostrando che se vi è un legame forte e intenso, esso perdura anche quando non si ha la possibilità di vedersi e l’unico mezzo di contatto è la virtualità.

Matilde Michelangeli