Ven. Apr 26th, 2024

RAELIOGGI

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SOGNI SOSPESI…

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Da quasi 9 mesi, ormai, conviviamo con una situazione che sta segnando profondamente la nostra vita.

Chi avrebbe mai pensato che un organismo così piccolo avrebbe cambiato di punto in bianco i nostri ritmi? Se ce lo avessero detto prima avremmo sicuramente pensato ad una delle solite predizioni illusorie. In realtà non è andata proprio così, anzi, ci siamo ritrovati costretti a rimanere a casa, a non andare a scuola, a non vedere i nostri amici e parenti. Abbiamo imparato a comunicare tramite un computer, un cellulare per far in modo di accorciare il più possibile le distanze interpersonali. Tutto questo per contenere il contagio di un virus, una malattia respiratoria, che sembrerebbe una semplice influenza, ma molto più grave perché ha costretto migliaia di persone in terapia intensiva e, purtroppo, molte sono morte.

Mai avrei potuto pensare di vedere i camion dell’esercito trasportare centinaia di salme, di leggere tutte le sere un vero e proprio bollettino di guerra e ho provato un’angoscia terribile quando, chiusa nei miei pensieri, ho immaginato la disperazione dei familiari di quelle povere vittime a cui non hanno potuto fare neanche una semplice carezza in quel momento così terrificante.

Dopo tanti sacrifici, dopo esser stati in casa per circa tre mesi sembrava che, in parte, fossimo riusciti ad allontanare il pericolo maggiore, motivo per cui nei mesi estivi abbiamo approfittato della libertà concessa, sbagliando.

Sbagliando perché non curanti dello stato di emergenza non ancora terminato, abbiamo disatteso le norme di sicurezza e adesso, già da qualche settimana, ci ritroviamo di nuovo al punto di partenza.

Personalmente, ripiombare nello stesso clima di incertezza mi ha nuovamente destabilizzata: è avvilente ritornare a fare didattica a distanza, non poter andare nelle palestre e non poter fare quelle piccole cose che rientrano nella normale vita di un’adolescente

Mi sento trattenuta, bloccata da qualcosa che mi impedisce di vivere la mia vita, di compiere a pieno il mio dovere cioè quello di frequentare la scuola, inteso non solo come luogo fisico, ma come punto di incontro, di contatto umano con compagni e insegnanti.

E perché no, mi mancano anche le uscite con gli amici, gli incontri, le giornate passate in compagnia.

Provo un sentimento di malinconia ma allo stesso tempo di speranza che mi permette di vedere la luce in fondo al tunnel.

Non è stato semplice a marzo e non lo è nemmeno ora, senza dubbio è una situazione difficile in cui siamo stati colti impreparati. Ma oggi come allora cercherò di vedere il lato positivo della cosa: ho più tempo per pensare dato che molte cose non le posso più o in parte ancora fare. Allora medito, comincio a viaggiare con la mente, cerco di trovare un perché.

Perché tutto ha un senso, anche questa pandemia, tutto è connesso, legato e mi fa capire e intuire cose a cui prima davo poco valore o persino ignoravo.

Ho compreso la vera importanza della quotidianità per quanto semplice possa essere. Tante volte non ho apprezzato quello che avevo, tante volte avrei voluto mollare tutto, tante volte non ho stimato ciò che mi circondava. E adesso, col senno di poi, vorrei provare a cambiare tante cose. Ma serve anche questo. Se fosse tutto programmato quale sarebbe il vero insegnamento che giorno dopo giorno ci porta a maturare il nostro “essere uomini e donne”? Ma inutile rivolgersi al passato, è il presente che interessa, quello a cui bisogna pensare per vivere al meglio il futuro, per poter tornare a inseguire i propri sogni. Spero vivamente che ognuno di noi possa essere responsabile e avere buonsenso per cercare di ritornare in parte alle condizioni normali.

Ma nonostante ciò, posso dire di aver imparato qualcosa da questa esperienza così inaspettata… nessun segnale indicava il significativo impatto che questo virus, al di là dei numeri, avrebbe avuto sulle nostre vite!

Un impatto che va al di là del contagio fisico, che coinvolge quello emotivo e che va a colpire in modo forte le nostre abitudini, la nostra quotidianità, la nostra autonomia.

Questo virus, sebbene invisibile e per molti asintomatico, ci sta facendo capire l’importanza delle relazioni, della fiducia negli altri, dello stare insieme.

Ci siamo resi conto della necessità di pensare e agire in modo collettivo, per un bene che va al di là di noi stessi come singoli individui.

Spero fortemente che questo concetto di “bene comune” possa essere condiviso da tutti in modo da superare l’egoismo e la superficialità che caratterizza il contesto in cui viviamo.

 

TIRALONGO CARMENGIULIA IIIA

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