Lun. Apr 29th, 2024

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Una tragedia tutta femminile da Euripide con la regia di Cinzia Maccagnano

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Frammenti di Dioniso, da un’idea di Aurora Miriam Scala, con la regia di Cinzia Maccagnano, è stato il frutto dei quindici giorni di residenza artistica presso la Sala Dante del Teatro di Noto, incollaborazione con la Fondazione Teatro Tina Di Lorenzo, il patrocinio delle associazioni Amici dell’INDA, ADDA e Teatro di Donnafugata. La rappresentazione è stata l’ultimo appuntamento teatrale della sesta edizione del Codex Festival e si è tenuta la sera del 16 settembre al Teatro TinaDi Lorenzo di Noto. Lo spettacolo ha visto protagoniste Chiara Cianciola, Greta D’Antonio, Giulia Oliva, Maria Chiara Pellitteri, Noemi Scaffidi e Aurora Miriam Scala, sei neodiplomatedell’INDA di Siracusa.

La regista e il direttore artistico Salvatore Tringali presentano lo spettacolo alla platea numerosa

L’opera, come spiega la regista, è una rivisitazione, tutta al femminile, da Le Baccanti, l’ultimatragedia di Euripide. La scenografia essenziale e il copione ridotto al minimo mettono in risalto l’espressività dei movimenti e l’energia delle giovani voci. L’atmosfera è dettata da luci calde, sui toni del rosso e dell’arancione, in contrasto con i costumi, completamente bianchi, arricchiti da oggetti funzionali alla scena quali bastoni, foulard e petali di rosa. Le musiche richiamano un clima tribale, accompagnato da danze di influenza africana, le cui movenze hanno incantato il pubblico. La particolarità di questa rivisitazione è stata, come ci spiega Miriam Scala durante una nostra intervista, la natura dei personaggi: “di base ogni ragazza è un’entità neutrale nella quale si riversa l’anima di uno o più personaggi, maschili o femminili che siano”.
La tragedia è incentrata sulla nascita del culto di Dioniso, che mette in discussione tutte le credenze e le certezze degli uomini, conferendo loro doti divine. La prima scena scena si presenta quasi totalmente buia, le Baccanti sono disposte in modo da sembrare un’unica figura, che si scomporrà aritmo di musica, per poi dare vita a una polifonia piacevolmente dissonante. Man mano emergono i vari personaggi: l’indovino Tiresia e il re Cadmo, ironicamente agghindati da Baccanti, sono prontia obbedire al richiamo del dio; Penteo, del tutto in disaccordo con quello che a lui sembra soltanto un imbroglio; Dioniso appare in vesti di straniero e lo imprigiona, poiché si è dimostrato empio nei confronti del suo culto. Il dio, incoraggiato dalle Baccanti, decide di liberarsi e vendicarsi, facendoin modo che Agave, madre di Penteo, scambi il figlio per un leone durante una battuta di caccia. La donna si rende conto soltanto in seguito del gesto compiuto e si dispera. Dopo un ultimo canto d’addio, tutti lasciano la scena. Nonostante i fatti si svolgano all’epoca degli antichi greci, i temi sono senza tempo e la morale è tutt’ora attuale, poiché anche oggi ci poniamo delle domande sulla religione e sul mondo celeste. Quella di Euripide è infatti una critica alla fede cieca riposta dal popolo greco nei confronti di dei come Dioniso.
Gli appassionati di teatro hanno colto la precisione con cui sono stati curati gli aspetti tecnici e sono rimasti impressionati dall’intensità dei gesti, che non ne hanno compromesso la verosimiglianza. La decisione dei gesti è stata visibile frutto della passione e dei giorni di intenso lavoro, pertanto dall’interpretazione delle attrici non trapelava neanche un velo di insicurezza. Interessante è inoltre come uno spettacolo così legato alla cultura classica riesca a non distanziarsi troppo dalle esigenze del teatro moderno. Nel complesso lo spettacolo è stato un arricchimento per tutti coloro che l’hanno visto, soprattutto per coloro che hanno familiarità con le tragedie greche. Chi invece non conosceva la trama de Le Baccanti ha riscontrato lievi difficoltà nel seguire il corso degli eventi, apprezzando comunque altri aspetti e sentendosi spronato a interessarsi al mondo del dramma antico. Così vediamo il futuro del teatro: capace di arrivare a qualsiasi tipo di pubblico, senza fare distinzioni di età o base culturale.

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