Sab. Apr 27th, 2024

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Achille – Intervista a Salvatore Tringali e Orazio Condorelli

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Perché ha scelto proprio l’Iliade per sensibilizzare su questi temi?

“ Soprattutto perché ci siamo accorti che i temi affrontati nell’Iliade sono molto attuali, ad esempio  la madre di Achille per sottrarlo al proprio destino lo porta da piccolo nell’isola di Sciro e lo veste da donna. La protezione della madre nei confronti del figlio è un tema sempre attuale, poi abbiamo approfondito la storia di Simone Weil, che ha fatto uno studio sull’Iliade -il poema della forza- in cui dice che non è un poema morto e pieno di polvere, ma anzi con le sue immagini splendenti serve ad illuminare il presente. È presente anche il tema della forza, perché, vuoi o non vuoi, si raccontano storie personali in cui nei momenti di sofferenza si usa la forza, non solo fisica, ma la forza delle parole e dei gesti che molto spesso – dice Simone Weil – fa male sia a chi la esercita che a chi la subisce. Questi sono alcuni dei motivi per cui abbiamo fatto questa scelta.” (Salvatore Tringali)

“ Per Simone Weil scrivere quel testo è stato un modo per raccontare in maniera autobiografica la sua vita, si è servita dell’Iliade per raccontare le sue vicende, ad esempio la scelta di diventare un’operaia e accettare le difficoltà del mestiere, mentre prima insegnava; oppure scegliere di imbracciare un fucile e andare a combattere contro i franchisti. Quindi ha vissuto sulla sua pelle quello che dice, cioè che la forza fa del male sia a chi la esercita che a chi la subisce.” (Orazio Condorelli)

 

Quanto le è costato mettere a nudo sé stesso?

“Non è stato facile, fino all’ultimo ero molto dubbioso sulla opportunità di andare in scena, anche perché organizzare e seguire Codex mi ha impegnato molto e quindi ho tolto tempo alle prove, per questo oggi abbiamo presentato uno studio piuttosto che uno spettacolo vero e proprio. È stata una cosa sofferta, ma alla fine mi sono sentito a mio agio e protetto.” (Salvatore Tringali)

“Lo scopo era utilizzare il teatro per dire qualcosa alle nostre vite. Ci chiediamo costantemente a cosa serve fare questo lavoro: se serve solo a distrarci e divertirci può anche andar bene, ma non è quello che ci interessa, probabilmente ci serve più a riflettere su di noi, sulle nostre vite, su ciò che ci circonda e capire anche come porre rimedio agli sbagli commessi. Facciamo teatro non per fare buon teatro ma per fare buona vita.” (Orazio Condorelli)

Perché scegliere di mettere in evidenza la fragilità di Achille, quando i luoghi comuni lo definiscono l’eroe della forza e della gloria?

“In primis proprio per andare oltre lo stereotipo generale emettere in mostra anche la gentilezza, il fatto che Achille non era solo violenza o ira, ma era un ragazzo capace di tenerezza.”(Orazio Condorelli)

“Beh, in realtà è abbastanza evidente, basti pensare banalmente al “tallone d’Achille” che è il primo segno della sua debolezza e volendo andare oltre, anche il suo rapporto con Patroclo è indice della sua sensibilità. Era sicuramente un personaggio dalle tante sfaccettature, spesso definito superficialmente, ma in realtà come tutti i grandi personaggi era ricco di chiaroscuri.” (Salvatore Tringali)

 

Elena Bellavita

VA Liceo Classico

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