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CODEX è formazione!

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Momento educativo ad apertura del Festival CODEX.

Un pomeriggio all’insegna della formazione culturale quello di venerdì 14 settembre presso la biblioteca di Palazzo Nicolaci a Noto, che ha visto impegnati docenti e studenti del “Matteo Raeli”. La conferenza ha avuto come oggetto la presentazione del Festival “CODEX”, appuntamento che si rinnova ogni anno in città, sotto la direzione artistica di Salvatore Tringali e con la partecipazione in qualità di moderatrice della critica teatrale Vincenza Di Vita. La giornata si è occupata, principalmente, di formazione culturale, aspetto sottolineato più volte dal responsabile del progetto che ha specificato di rivolgersi in modo particolare alle/ai giovani, rendendoli partecipi della vita culturale di Noto.

Fra i vari ospiti e invitati è stato presente anche il Dirigente Scolastico dell’Istituto Superiore “Matteo Raeli” dott. Concetto Veneziano, il nostro Preside, il cui discordo è stato mirato a sensibilizzare un argomento così importante come quello legato alla crescita culturale e umana di noi GIOVANI. “Volevamo che la nostra scuola diventasse parte integrante della vita sociale del territorio netino, e i nostri progetti identitari, UNESCO, INFIORATA E TOPONOMASTICA FEMMINILE con, da tre anni a questa parte, il progetto COMUNICAZIONE hanno proprio questa finalità. Infatti Comunicazione e Informazione ha come obiettivo principale rendere consapevoli le nostre ragazze e i nostri ragazzi del proprio essere, rendere possibile la socializzazione fra giovani appartenenti ad indirizzi di studio diversi, abbattendo così il muro dell’individualismo”. Il nostro Preside, entusiasta degli ottimi risultati ottenuti da tale progetto nelle esperienze di questi anni, della crescita culturale ed educativa che questo iter formativo rappresenta, ha sottolineato l’importanza del legame tra scuola e città, perché insieme si diventi comunità educante, foriera di cittadine/i libere/i e responsabili.

Il dirigente scolastico Concetto Veneziano

L’intervento dello scrittore Fabio Francione ha preso le mosse dalle riflessioni sull’importanza della scuola sollecitate precedentemente dal nostro Preside. Francione ha ripercorso brevemente la sua esperienza scolastica, definendosi uno studente un po’ “anarchico” e poco incline a dedicarsi allo studio. Mentre frequentava il Liceo scientifico, anziché studiare, preferiva suonare in un gruppo rock, fino al punto da rischiare la bocciatura. Tuttavia Francione ha rivendicato con forza la passione che nutriva in quegli anni per la lettura di testi diversi da quelli di cui si parlava a scuola. Ha poi sottolineato di aver compreso negli anni e con l’esperienza che è stato un grave errore non aver “approfittato” dell’opportunità formativa della scuola, si è reso conto di non aver acquisito un metodo di studio. Consapevole di questi errori, ci ha invitato ad approfittare della scuola e dei suoi insegnamenti: “Acquisite un sano senso critico e il coraggio di esercitarlo; dialogate con i genitori e con i professori sui vostri progetti di vita, considerateli il principale riferimento della vostra esistenza”. Ci confessa, poi, di “invidiare” noi giovani poiché avremo più “passato” di lui e perché sappiamo utilizzare con dimestichezza la tecnologia, in un mondo che sta rapidamente cambiando e che esige sempre di più questo tipo di competenza. E a proposito di comunicazione, Francione osserva che oggi la figura del giornalista sta cambiando perché il mondo dei media è in crisi e non produce più delegazioni, per mancanza di fondi. Anche per questo lui, che era partito dall’esperienza giornalistica, ha cercato nuovi sbocchi lavorativi, optando, nel 1990, per un concorso pubblico che lo avrebbe consacrato poi funzionario amministrativo della provincia di Lodi. Ci consiglia, inoltre, di non farci abbagliare dalle luci rosse dello spettacolo o di fondare la nostra vita sui social, di non rimanere legati ad un mondo finto, patinato, lontano dalle esperienze formative, possibili solo attraverso le relazioni autentiche tra le persone. Il saggio da lui curato “Antonio Gramsci. Il teatro lancia bombe nei cervelli. Articoli, critiche, recensioni 1915 – 1920” (Mimesis, 2017) raccoglie un’esperienza forte, molto bella e intensa. Molto spesso, purtroppo, le case di reclusione sono ambienti dominati dalla sofferenza e dal delirio, in cui gli insegnanti possono avere un’influenza correttiva ed etica determinante. Ecco cosa è successo a San Vittore: alcuni giovani della nostra età si sono cimentati nell’interpretazione delle lettere di Gramsci e la loro produzione è stata raccolta e pubblicata nel sito del carcere. Il teatro può essere un canale emotivo potentissimo e il suo effetto formativo rivoluzionario per noi giovani curiosi e aperti alle esperienze della vita.

Lo scrittore Fabio Francione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All’intervento di Francione è seguito quello di Alessandro Toppi, un professionista della realtà teatrale che ha esordito toccando un tema particolarmente delicato di essa: il profitto. Ha affrontato l’argomento facendo riferimento alla sua diretta esperienza e, in modo molto provocatorio, ha raccontato di un fantomatico amico Luca, direttore artistico di un importante teatro pubblico, che come unico criterio di scelta del cartellone del teatro da lui gestito ha scelto il dio Denaro. Toppi ha smascherato senza mezzi termini i retroscena relativi alla selezione degli spettacoli, raccontandoci che l’amico Luca, pur di attirare un gran numero di spettatori, che si sarebbe tradotto in cospicui guadagni, aveva proposto di puntare sulla scelta di attori molto noti del mondo dello spettacolo e della canzone, piuttosto che sulla qualità e l’innovazione dei testi. Anche abbassare il prezzo del biglietto a cinque euro per richiamare più gente possibile è una scelta funzionale solo al profitto. Ovviamente, per Alessandro Toppi il teatro non è un mezzo di guadagno, è espressione e passione per la recitazione, è profonda educazione emotiva. La fredda logica del profitto, oggi, tende a sacrificare i valori più profondi e umani che il teatro dovrebbe trasmettere.

Alessandro Toppi, un professionista della realtà teatrale

Articolo a cura di Andrea Belluardo, Giada Cavallo, Elisa Cordeschi, Giusi Cutrufo, Nicoletta Fiore, Annamaria Napolitano del Liceo Scientifico – Noto

 

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