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“Amore ai tempi del colera-operita musical per cantattrice e suonatori” chiude la stagione del Tina di Lorenzo

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Laura Marinoni ritratta da Giuseppe Portuese

La stagione teatrale 2017/2018 della Fondazione Teatro Tina di Lorenzo si è conclusa in bellezza, la sera del 21 aprile, con la messa in scena di Amore ai tempi del colera – operita musical per cantattrice e suonatori, tratto da uno dei più celebri romanzi di Gabriel García Marquez, scrittore e saggista, interprete di uno stile profondamente legato alla natura sudamericana che inserisce elementi magici in un contesto quotidiano: il realismo magico.

A occuparsi della trasposizione teatrale di un romanzo di circa 400 pagine – ridotte magistralmente in un copione di 20, per una durata di 105 minuti – è stata Cristina Pezzoli, regista teatrale pavese, che ha abilmente scelto come protagonista e narratrice del monologo la straordinaria Laura Marinoni. L’attrice è affiancata in scena da due musicisti: Marco Caronna alla chitarra e percussioni, Alessandro Nidi al piano.

Nei caotici anni Venti del XX secolo, a Cartagena de Indias, Fermina Daza e Florentino Ariza, un tempo amanti, si incontrano al funerale del marito della donna. Nonostante siano passati “cinquantun anni, quattro mesi e undici giorni”, Florentino non ha dimenticato il vero amore della sua vita. Il lento passare del tempo e le centinaia di brevi relazioni frivole non hanno cancellato dalla sua memoria il ricordo del rifiuto di lei. Dopo una lunga serie di epistole per riconquistare la sua fiducia, Florentino convince Fermina a intraprendere un viaggio in battello, sul quale fanno l’amore per la prima volta e dove vorrebbero passare il resto della loro vita e del loro amore.

Foto di Giuseppe Portuese

La presenza in scena dei due musicisti, rispetto alla premessa di un monologo, è giustificata dalla quasi totale non-interazione con la protagonista, a eccezione di brevi battute marginali in appoggio alla presenza di ulteriori personaggi nella scena. I musicisti infatti sono talvolta semplici musicanti, talaltra voci fuoricampo o personaggi secondari. Non è comunque da sottovalutare la capacità dell’attrice di passare rapidamente da un personaggio a un altro, solo mediante l’uso di oggetti di scena (come cappelli, ombrelli, piume, baffi, recipienti di latta) e cambi costume. Il feedback tuttavia è unilaterale: i musicisti osservano le sue azioni in scena e vi partecipano mediante sguardi o cenni, mentre l’attrice non si rivolge mai a loro. È ben salda la quarta parete, difatti non vi è partecipazione del pubblico alla scena, nonostante l’attrice si ponga spesso come narratrice esterna e quindi più vicina agli spettatori che allo svolgersi delle vicende. Notevole è inoltre il modo in cui, grazie a scelte di regia, lo schema a intreccio (cioè il racconto non cronologico dei fatti), non pesi sulla fluidità della narrazione.

Come già detto, ricorrente è l’utilizzo di una scenografia funzionale al racconto, rustica e minimalista, ma al tempo stesso assai simbolica: il battello diventa una barchetta di carta, che naviga dentro una bacinella di latta colma d’acqua, che è il grande fiume Magdalena. Si rende evidente la presenza del pappagallo del dottor Juvenal Urbino, defunto marito della protagonista, con delle piume colorate che volano fuori da un secchio appeso al soffitto.

Allo stesso modo semplici sono anche i costumi, così come il piano luci: i primi si limitano a due abiti di simile fattura ai quali vengono aggiunti progressivamente soprabiti, cappelli e foulard; il secondo è costituito da luci colorate ad ampio raggio, che illuminano l’intera scena, anche quando l’attrice è assente per i cambi costume. Questa scelta fa sembrare inadatta la presenza dei soli musicisti, con una luce che invece mette in risalto uno spazio praticamente vuoto.

Foto di Giuseppe Portuese

Quanto alla definizione di “operita teatral”, essa si spiega con la presenza di 12 brani, di cui la maggior parte in spagnolo, altri in inglese, italiano e dialetto siciliano. Il loro sound richiama motivi musicali tipici dell’America Latina, con generi che spaziano dal Jazz al Soul al Flamenco. In particolar modo durante l’esecuzione di questi brani, è viva la presenza dei musicisti, che contribuiscono con seconde voci e suoni fuoricampo.

Nel complesso risulta gradevole il risultato finale di un monologo che ha saputo tener desta l’attenzione, nonostante quella che può essere la monotonia del genere. E ciò si evince anche dalle interviste fatte agli spettatori prima e dopo la visione dello spettacolo. Qualcuno racconta di esserne rimasto talmente affascinato da desiderare di visitare il Sud America. Qualcun altro afferma che la presenza delle canzoni all’interno dello spettacolo è tanto necessaria che farne a meno penalizzerebbe il coinvolgimento da parte del pubblico. In generale, gran parte degli spettatori intervistati si sente positivamente cambiata, e soddisfatta dalla conclusa stagione teatrale.

Arianna Azzaro, Zsofia Chiara Civello, Piera Giallongo, Giuseppe Munafò, Vincenzo Papa,Chiara Rametta

Amore ai tempi del colera-operita musical per cantattrice e suonatori

con Laura Marinoni, Alessandro nidi (pianoforte), Marco caronna (chitarra e percussioni)
Regia Cristina Pezzoli
Produzione Pierfrancesco Pisani, nidodiragno e Parmaconcerti
in collaborazione con infinito srl e il Funaro/Pistoia

Visto al Teatro Tina di Lorenzo di Noto il 21 aprile 2018

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