Giovani e informazione

Al via i laboratori nell’ambito del progetto Comunicazione e Informazione.

 Dopo il primo incontro in presenza, in attesa di poter programmare gli altri appuntamenti

Una folta rappresentanza di studenti e studentesse del Matteo Raeli ha partecipato al primo incontro di formazione giornalistica tenutosi nell’Aula Magna del Seminario il 16 dicembre scorso.

Ad accoglierci la professoressa Corrada Fatale, referente storica del progetto Comunicazione e Informazione, che, nel saluto inziale, ha sottolineato il valore imprescindibile della comunicazione anche in tempi di covid, manifestando la speranza di poter continuare ad incontrarsi in presenza e proseguire con i laboratori di formazione previsti di volta in volta per le varie “redazioni giornalistiche” del nostro istituto.

Grande rilevanza ha avuto anche l’intervento del sindaco di Noto, dott. Corrado Figura: rivolgendosi particolarmente a noi giovani studenti e studentesse ha sottolineato il valore del progetto in quanto permette sia di conoscere il territorio e viverne attivamente gli eventi culturali, sia di contribuire a potenziare le competenze comunicative e di cittadinanza, anche attraverso un uso più consapevole della rete.

Successivamente ha preso la parola il giornalista Ottavio Gintoli soffermandosi sul lavoro quotidiano che il giornalista svolge prima ancora di pubblicare la notizia, in quanto deve testarne la validità attraverso delle fonti attendibili che possono essere, a seconda dei casi, le forze dell’ordine, il Comune, gli enti, le scuole… Il rischio? Divulgare notizie imprecise o addirittura alterate, cosa che andrebbe a ledere la credibilità del giornalista stesso e del giornale per cui lavora.

Nonostante queste difficoltà, la professione del giornalista è certamente tra le più affascinanti che esistano, come ha anche evidenziato nel suo bellissimo intervento, l’ultimo in programma, la professoressa Cettina Raudino, raccontando la sua esperienza come corrispondente per il quotidiano “La Sicilia”. Per noi aspiranti giornalisti e giornaliste è stato un incontro molto interessante perché abbiamo avuto la possibilità di rapportarci con occhi diversi, sicuramente più critici, al mondo dell’informazione. Inoltre, ci siamo lasciati con l’impegno da parte nostra di interrogarci su quale sia il nostro rapporto con l’informazione, in una parola, su come noi giovani adolescenti veniamo in contatto con le notizie e se ne verifichiamo l’attendibilità e la veridicità, se siamo in grado di essere critici rispetto ai dati che ci vengono forniti, se siamo dipendenti o meno dai social.

Mario Leone, Benedetta Maiore, Deborah Pulzello

“Qual è il rapporto dei giovani con l’informazione?”

 Qui di seguito alcune “voci” di adolescenti sul tema

“Impossibile negare che il web sia diventato ormai l’intermediario dominante delle interazioni umane e che, conseguentemente, il nostro quotidiano approccio con le piattaforme “social” abbia trasformato le nostre vite, immerse in un fluire di informazioni da cui spesso non riusciamo a distaccarci per fermarci un attimo a riflettere sui reali contenuti di ciò che leggiamo”.

(Sofia Tidona, VA Scienze Umane)

Preferiamo l’informazione “online” perché si può andare alla ricerca diretta di ciò che si vuole sapere: spesso basta digitare anche solo una parola chiave su Google per avere in un istante tutto quello che volevamo sapere! D’altro canto, però, alcune persone sottolineano l’importanza dei quotidiani cartacei, anche perché contengono notizie di ciò che accade nelle piccole realtà locali. Internet ha pensato, però, anche a questo: ad oggi, troviamo quasi sempre e per ogni Comune una pagina dedicata alle sue notizie a cui noi ragazzi e ragazze facciamo frequentemente riferimento. (Livia Tafaro, VA Scienze Umane)

Nonostante il telegiornale o il giornale cartaceo siano ottime fonti di informazioni di attualità, la maggior parte  di noi si informa inevitabilmente tramite i social media, perché trascorriamo molto del nostro tempo sugli smartphone. Tra i social in voga al momento, oltre Tik Tok, (sul quale però è meno frequente leggervi delle news) maggiormente utilizzato da noi adolescenti è Instagram.

Tramite Instagram, che frequentiamo continuamente, è facile e immediato il “confronto” anche grazie alla presenza degli influencers, personaggi pubblici dai quali possiamo ricevere pareri diversi su un determinato argomento con modalità diverse, ad esempio, video in cui spiegano lo stesso contenuto talvolta in chiave ironica coinvolgendo di più i followers.

Purtroppo, anche su questa piattaforma è facile imbattersi in fake news e profili falsi. Per evitare la diffusione di questi ultimi, è stata ideata la funzione della cosiddetta “spunta blu” un piccolo verificato che compare di fianco al nome e ufficializza i profili, dopo che Instagram si accerta di evitare di dare notorietà ad una pagina che si finge un’altra, richiedendo i documenti di identità dell’utente. Questa è una delle tecniche in grado di rassicurarci sulla validità delle notizie lette. Per ridurre l’ulteriore divulgazione di false informazioni, sarebbe utile e giusto bloccare e segnalare questi profili.

(Claudia Vaccarisi, Giusy Pirruccio, Mary Ambrosini, IVA Scienze Umane)

Io utilizzo i social network perchè, mi permettono di entrare in contatto con gli altri, condividere idee ed emozioni, cercare e trovare informazioni. Infatti con questi mezzi mi diverto, costruisco legami ed amicizie, ricevo notizie dal mondo; inoltre possono essere utili anche per lo studio. Certo, anche se appartengo alla cosiddetta “generazione social” sto molto attento ai rischi delle fake news, perciò quando intuisco che una notizia potrebbe essere poco attendibile, per sincerarmi della correttezza delle informazioni, cerco di utilizzare canali diversi, anche cartacei (che in genere non utilizzo) oppure mi confronto con altre persone anche adulte. 

(Giuseppe Tafaro, IVA Scienze Umane)

 Servizio a cura della redazione VA Scienze Umane

Foto Salvatore Berrini (VB Liceo Scientifico)