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Intervista a Chiara Michelini, protagonista de “L’ombra della sera”

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Intervista a Chiara Michelini, protagonista de “L’ombra della sera”, lo spettacolo teatrale con la regia di Alessandro Serra, andato in scena a Noto in occasione del Codex Festival Vol. 7.

Intervista a Chiara Michelini, protagonista de “L’ombra della sera” di Alessandro Serra, splendida interprete delle tre donne che hanno affollato l’esistenza dell’artista Giacometti, in un universo di squilibrio e visione poetica insieme.

E’ il linguaggio del teatro-danza che ha caratterizzato il Codex Festival sabato 14 settembre. Sul palco del Teatro Tina Di Lorenzo è andato in scena lo spettacolo “L’ombra della sera”, intensa interpretazione di Chiara Michelini con la regia di Alessandro Serra.

“L’ombra della sera” si ispira alla vita e all’opera di Alberto Giacometti, uno scultore e pittore svizzero, nonché uno degli artisti più rappresentativi dell’anima del ‘900, il cui universo viene rappresentato con un racconto silenzioso ed essenziale che cerca di dare movimento e vita ad alcune opere dell’artista.

Il racconto si sviluppa attraverso un punto di vista femminile ispirato alle tre donne della vita di Giacometti, ovvero la madre Annetta, la moglie Annette e Caroline; un universo femminile sfaccettato che Chiara Michelini si trova a impersonare da sola riuscendo a gestire ogni slittamento da un personaggio all’altro, dai repentini cambi degli elementi scenografici e di costume agli effetti tecnici con uno spettacolare gioco di luci e ombre.

Le donne cercano continuamente di mettersi “nei panni” di un uomo che non riescono a comprendere, pur amandolo; ecco il perché di alcuni gesti dell’attrice ad esempio indossare delle scarpe troppo grandi. La protagonista, con una spiccata espressività e dando forma a coreografie di stile contemporaneo, riesce a trasmettere agli spettatori forti emozioni e a raffigurare la differenza caratteriale tra le diverse figure: Annette, la moglie dagli imprevedibili passaggi emotivi e con i capelli sempre raccolti, che a tratti allude allo stesso Giacometti; Caroline sfrontata e poco vestita; la madre Annetta, l’unica figura che in tutto lo spettacolo sussurra una “preghiera” per il figlio.

La danza si contamina con il teatro e con le arti visive regalando grandissime suggestioni sensoriali ed emozionali: così il corpo in movimento è citazione e al tempo stesso interpretazione di pitture e sculture in uno sconfinamento continuo che tiene alta l’attenzione del pubblico fino alla fine. Chiara Michelini comunica unicamente attraverso il linguaggio dei gesti e della danza conducendo uno spettatore quasi ipnotizzato fino alla conclusione dello spettacolo, momento in cui si può cogliere il senso del titolo. L’ombra della sera : quel particolare istante quando scende il crepuscolo e un raggio di sole, “pungente come una lama, filtra tra le montagne” come spiegato dall’attrice stessa a fine spettacolo in un momento di generoso confronto in cui ha offerto emozioni e professionalità ad un pubblico che l’ha applaudita con grandissimo trasporto.

Chiara Michelini, protagonista de “L’ombra della sera” di Alessandro Serra, si racconta.

Si definisce una danzatrice o un’attrice?
Una via di mezzo, io nasco da una scuola di danza. Adoro la danza perché trasmetto qualcosa senza doverlo dire; mi definirei una danzatrice che da 2 anni circa si sta avvicinando alla parola e al suono.

Come si è evoluto il rapporto con le opere di Giacometti?
Si è partiti dall’arte visiva, io ho studiato molto, un testo in particolare “Scritti” di Alberto Giacometti, che tra l’altro vi consiglio perché è molto bello. Abbiamo fatto molti viaggi a Parigi per visitare un suo atelier, a Roma a vedere delle mostre e a Stampa, città natale dello scultore, dove ho addirittura recitato con il suo vero cappotto segnato dai mozziconi di sigaretta. 

Ritiene idoneo il teatro Tina di Lorenzo per questo genere di spettacolo?
Sì…assolutamente sì! Ha uno spazio scenico adeguato a questo spettacolo, che necessita un ambiente non eccessivamente ampio per richiamare quello reale, inoltre è fantastico perché c’è tantissimo spazio dietro le quinte e poi è nero.  

Servizio a cura di
Elena Bellavita, Mariapia Modica, Valentina Gallo, Cristiana Cucumetto
III A liceo classico

 

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