Lun. Apr 29th, 2024

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Una giornata per Gabriele e Manuel nelle parole e nelle opere dei compagni di scuola

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A un anno dalla tragica scomparsa di Gabriele e Manuel, i compagni di scuola li ricordano così. Le lettere di Ignazio Aparo e di Andrea Rau.

Il 18 febbraio, gli studenti del CAeT, l’indirizzo frequentato da Gabriele Marescalco, e della 2^B del Liceo Scientifico, la classe di Manuel Petralito, si sono riuniti presso l’Aula Magna del Plesso Platone. Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Superiore Matteo Raeli, dott. Concetto Veneziano, ha dato inizio all’assemblea in occasione del primo anniversario della tragica scomparsa dei due giovani, con un discorso accorato, rotto spesso dalla commozione, ringraziando i compagni che hanno organizzato l’assemblea in loro onore e ricordo. Dopo aver rivolto un saluto ai genitori di Gabriele e Manuel, Veneziano ha passato la parola a Don Maurizio Novello che, raccontando esperienze di vita personali, ha incoraggiato tutti a considerare la morte come un’opportunità per far rinascere la vita, per riflettere, per essere più prudenti e per capire che “non è sempre e solo colpa nostra o di altri se avvengono eventi come quello che ha coinvolto Gabriele e Manuel“.

Prima di uscire, anche io ho voluto esprimere il mio pensiero con una lettera all’insegna del loro ricordo: “È passato un anno da quel giorno. In questo periodo sono in molti a ricordare Gabriele e Manuel con una delle tante foto di loro assieme. E a questo punto viene da chiedersi se il vostro ricordo possa riuscire a consolare tutti noi. Io penso di no, ma penso anche che il ricordo sia una forma di rispetto nei vostri confronti. E noi, Manuel, ti abbiamo voluto rispettare, tenendo fino ad oggi, proprio nell’angolo della classe dove eri seduto tu, un album col tuo ultimo disegno tecnico e una lattina di tè alla pesca, il tuo preferito. E così è come se tu potessi sentirci parlare, se potessi sentire le nostre risate, se potessi vederci fare una verifica o assentarci in massa per saltare un’interrogazione. Insomma, credo che, alla fine, sia questa la nostra unica consolazione: che, nel bene o nel male, tu sei sempre lì con noi e noi siamo sempre lì con te”.

Poi un nostro compagno, Andrea Rau, ha parlato del dolore causato dalla loro mancanza, che ci porta ad essere più uniti e trascorrere più consapevolmente la nostra vita: “Sinceramente non è stato facile scrivere queste parole, non è stato facile perché non sapevo, non sapevamo di cosa parlare. Avremmo potuto parlare del vuoto che hanno lasciato, dei disegni non finiti, dei motori non aggiustati, delle conversazioni rimandate ‘a domani’, dei banchi vuoti, dei compagni persi, dei figli, dei fratelli persi. Avremmo potuto parlare di come sia dura ancora oggi per tutti, di come non lo abbiamo ancora superato, di come oggi, domani, i prossimi giorni saranno duri. Avremmo potuto parlare delle famiglie ferite, del dolore dei padri e delle madri, dei fratelli. Avremmo potuto parlare della brutalità di due giovani vite strappate precocemente, avremmo potuto parlare dell’incidente. Avremmo potuto dare colpe ad altri o a noi stessi, avremmo potuto ricordare tutto quello che avremmo voluto fare. Ma la rabbia, il rimpianto, la nostalgia sono emozioni che penso nessuno vorrebbe associare a questi due ragazzi, a questi nostri amici e compagni. Non è facile, il dolore in questi casi è più forte della ragione, il rimpianto e la rabbia riempiono i nostri animi. Proprio per questo potevamo parlare di tante cose, ma abbiamo scelto di parlare di ora, del presente e del futuro. Di quello che ci hanno lasciato queste morti. Manuel e Gabriele ci hanno ricordato di quanto sia volatile la vita, perché noi non lo comprendevamo, anche se ce lo dicevano, ci sentivamo immortali. Ci hanno ricordato di amare la vita così com’è e ci hanno insegnato a fare ORA quello che vorremmo fare domani. Ci hanno fatto capire che è giusto progettare il futuro per i prossimi 50 anni, ma è ancora più importante pensare ad ora, perché noi non sappiamo se ci saremo domani, non sappiamo se ci saremo ancora tra un’ora. A me personalmente hanno fatto capire quanto fosse unita la mia classe o forse l’hanno fatta diventare così unita. Perché anche se ci scontriamo spesso, nelle cose importanti siamo sempre insieme. Perché alla fine Manuel e Gabriele ce li dobbiamo ricordare quando ridevano e scherzavano con noi. E beh, non dobbiamo smettere di farlo anche per loro”.

Alla fine dell’incontro, ci siamo recati davanti alla classe di Gabriele, sulla cui porta i suoi compagni hanno affisso una targa col suo nome, celata da un cartoncino. È stata scoperta dai genitori del ragazzo e accolta da un sentito applauso. Poi, all’esterno, i papà di Manuel e di Gabriele hanno innaffiato gli alberi piantati in ricordo dei loro figli.

Anche al Liceo Scientifico, il 20 febbraio, durante l’assemblea d’Istituto del Plesso Pitagora, è stata scoperta la targa dedicata a Manuel, affissa sulla porta della classe 1^B. Noi della 2^B continuiamo a custodire gelosamente i suoi ricordi: il suo ultimo disegno e una lattina di tè alla pesca.

Articolo di Ignazio Aparo
2^B – Liceo Scientifico

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