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“Napucalisse”, lava che distrugge e mare che pacifica

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Il 13 settembre 2019 sul palco del Teatro Tina Di Lorenzo è andato in scena lo spettacolo "NAPUCALISSE” dell’attore e drammaturgo Mimmo Borrelli, accompagnato dalle musiche dal vivo di Antonio Della Ragione. Il titolo mescola in modo creativo le parole “Napule” e “Apucalisse”.

Con Napulicasse il teatro totale di Mimmo Borrelli, il più grande drammaturgo italiano contemporaneo, è arrivato a Noto, aprendo nel più affascinante dei modi il Codex Festival Vol.7.

Il 13 settembre 2019 sul palco del Teatro Tina Di Lorenzo è andato in scena lo spettacolo Napucalisse” dell’attore e drammaturgo Mimmo Borrelli, accompagnato dalle musiche dal vivo di Antonio Della Ragione. Il titolo mescola in modo creativo le parole “Napule” e “Apucalisse”.

La storia vede come protagonista il Vesuvio, creatore e distruttore di vita, personificazione, secondo una leggenda locale, di Lucifero che, per aver peccato di superbia, viene fatto sprofondare originando il vulcano. A interloquire con lui è un Pulcinella, senza la sua abituale maschera, e un killer, di cui non importa il nome, ma di cui conosciamo la storia nella sua drammaticità. Tutto ciò a sottolineare un’universalità che non aspira a fermarsi sul singolo, ma sull’assassino per parlare del male, sui bambini in gita scolastica sulle pendici del vulcano, per parlare di innocenza e su Pulcinella per parlare della realtà napoletana.

E se la descrizione di un matrimonio napoletano riesce a rappresentare il folklore strabordante che contraddistingue Napoli (e l’Italia Meridionale in generale), la potente e disperata ode conclusiva trasmette insieme il dolore e l’amore per la propria terra. Lacrime, imprecazioni, rabbia, disgusto, elogi e speranza sono in primo piano.

Borrelli con la sua sensazionale mimetica riesce addirittura a trasformarsi in un vero e proprio vulcano: “Io mi sento – commenta il drammaturgo- di essere il primo colpevole; infatti, in scena ho pianto per circa venti minuti. Siamo un popolo che ha tanti pregi e tanti difetti e che risente molto del familismo amorale”.

La lingua napoletana, utilizzata nello spettacolo, pur non essendo comprensibile a tutti, riesce a coinvolgere con la sua enfasi, trasmettendo messaggi importanti. Borrelli stesso, infatti, afferma che la sua lingua comunica emozioni e il teatro non è un luogo per capire ma per “sentire”.

Articolo a cura di 
Adorno Rossella
Bellofiore Veronica
Toro Giulia
Zani Ilaria
IV B liceo classico

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