Ven. Apr 26th, 2024

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Con Mons. Staglianò e Don Ciotti una lezione davvero speciale

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Monsignor Antonio Staglianò e Don Luigi Ciotti, due “maestri speciali” per un giorno per gli studenti e le studentesse del “Raeli” di Noto.

Lunedì 2 Marzo, gli studenti e le studentesse della IVA del Liceo Classico “A. Di Rudinì” hanno incontrato e dialogato con Monsignor Antonio Staglianò, Vescovo della Diocesi di Noto, e con Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera.
Accolti amabilmente e in maniera informale, hanno atteso l’arrivo di Don Ciotti nel salottino della residenza vescovile.

Mons. Staglianò ha esortato ragazze e ragazzi a far tesoro dell’esperienza, approfondendo tematiche legate al presente nel quale viviamo e alle incertezze di un futuro che può sembrare pieno di incognite. Eppure, i giovani devono avere fiducia nelle loro capacità e invece di chiudersi nel mondo virtuale dei social, devono coltivare i loro sogni e realizzarli, essere artefici del cambiamento come lo sono state le generazioni passate, ad esempio negli anni ’68 / ’70 . Quindi, a partire dalla canzone di Edoardo Bennato “L’isola che non c’è”, il Vescovo della Diocesi Noto li ha portati a riflettere sui concetti di utopia e retrotopia, neologismo, quest’ultimo, inventato da Bauman.

Riflettendoci “l’isola che non c’è” è l’utopia di un mondo migliore, l’isola che dovrebbe esserci, un luogo in cui regnano solidarietà, fratellanza, condivisione, differentemente dalla realtà in cui viviamo dove predominano egoismo, diseguaglianze e guerre. Noi dobbiamo puntare all’isola che non c’è, l’isola che non esiste ma, come dice Bennato, “se ci credi la strada la trovi da te”. Prestiamo attenzione ai testi delle canzoni, le parole sono importanti perchè rappresentano un mondo di esperienza umana che interagisce con chi lo legge.

La comprensione di questi testi è infinita come sono infiniti i soggetti che li interpretano. Ma attenzione, un componimento che oggi hai letto in un determinato modo, fra un mese può essere interpretato in un altro modo perché tu sei cambiato e magari hai fatto un’esperienza particolare, che ti dà una nuova chiave di lettura dello stesso testo: a tal proposito non si può non citare la frase del grande filosofo Emanuele Severino, che ha affermato che ogni essere umano è quello che è nell’atto in cui è’’.  Ha spiegato Mons. Staglianò commentando alcuni testi delle canzoni che sono state presentate all’ultimo festival di Sanremo. Infine, lo stesso ha chiarito il significato della sua “Pop Theology”: “Il linguaggio universale della musica è accessibile a tutti e si avvicina alla sensibilità dell’uomo contemporaneo con le sue istanze e i suoi interrogativi di senso. Servendomi di un nuovo registro comunicativo, cerco di superare un certo “cattolicesimo convenzionale”, in cui la Chiesa a volte rimane intrappolata e lontana soprattutto dai giovani”.


Sua Eccellenza ha poi dato il benvenuto a Don Luigi Ciotti, ispiratore e fondatore del Gruppo Abele, associazione il cui fine è aiutare coloro che sono soggetti a dipendenze e da più di quarant’anni in prima linea nella lotta alla droga e al narcotraffico mafioso con Libera.
Don Ciotti, con grande disponibilità e cordialità, ha subito coinvolto studentesse e studenti, invitandoli a riflettere su un tema che attualmente viene trattato con grande superficialità, come se non fosse più un problema: la tossicodipendenza. Eppure, l’età del primo incontro con hashish o cocaina si è ulteriormente abbassato, in media a 14 anni e, tra gli europei, gli adolescenti italiani occupano i primi posti per consumo di droghe e sostanze illegali. Di questo egli parla nel suo ultimo libro “Droga. Storie che ci riguardano”, testo con il quale intende smontare pregiudizi e stereotipi, promuovendo un pensiero della complessità, imprescindibile quando si affrontano questioni che toccano la vita delle persone, le loro fragilità, il loro bisogno di relazione e di senso.
Le politiche proibizioniste miopi e l’assenza di strategie condivise possono causare molti danni, una consapevolezza diffusa su droghe e dipendenze è quindi l’unico strumento per scongiurare il pericolo che la politica si muova seguendo la demagogia populista e le logiche di potere invece del bene delle persone“. Queste le parole di Don Ciotti che ha invitato gli studenti a compiere scelte di senso, a tenere sempre alta la guardia e a pensare con la propria testa. Con grande commozione ha parlato del suo rapporto con gli adolescenti, del suo voler essere un genitore per tutti loro, per guidarli e spronarli a credere e costruire un futuro migliore.
L’impegno contro la droga – ha affermato il fondatore di Libera  comincia nelle scuole e nelle famiglie, in quanto potenziali, formidabili veicoli di passione, di partecipazione, di formazione individuale e sociale. L’adolescenza è un periodo che si vive una volta sola ed è per questo che bisogna divertirsi, ma sempre con prudenza e razionalità; basta un piccolo errore e si percorre la strada sbagliata. Vivete e lasciatevi vivere, ma non dimenticate mai di essere prudenti”.

Le sue parole sono state accolte in silenzio e con grande partecipazione da parte di tutti i presenti. Ragazze e ragazzi non dimenticheranno facilmente questo incontro carico di tanti significati e grande umanità.

Articolo di Asia Cappello e Mariagiovanna Montoneri
IV A Liceo Classico

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